Alghero

Omicidio di Speranza Ponti: le lacrime dell’imputato durante il processo

Massimiliano Farci è accusato dell'omicidio della compagna

Omicidio di Speranza Ponti: le lacrime dell’imputato durante il processo

Di: Redazione Sardegna Live


"Ho trovato Speranza impiccata alla porta della nostra camera. C'era un lenzuolo legato alla maniglia, che faceva il giro della porta e arrivava al suo collo. Ho visto il suo viso e ho solo pensato a portarla giù, per terra".

La voce di Massimiliano Farci, imputato per l'omicidio della compagna Speranza Ponti, avvenuto ad Alghero nel dicembre del 2019, si rompe. Gli occhi gli diventano lucidi, abbassa la mascherina e chiede un sorso d'acqua. Davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Sassari, l'uomo sta rispondendo alle domande dei sostituti procuratori Beatrice Giovannetti e Angelo Beccu.

Sta ripercorrendo la tragica mattina del 6 dicembre 2019, quando, secondo la sua versione dei fatti, rientrato a casa ha trovato la compagna impiccata. Omicidio invece per la Procura, che accusa Farci di essere l'assassino. Movente, i soldi che la donna aveva su un conto corrente in banca.

L'imputato, che sta già scontando un ergastolo per il delitto della cosiddetta Lotus Rossa, in cui nel 1999 fu ammazzato l'imprenditore Renato Baldussi di San Sperate, si è sempre dichiarato innocente. Il corpo di Speranza Ponti, data per scomparsa per oltre un mese, fu fatto ritrovare dallo stesso Farci dopo quasi due mesi. Lo aveva nascosto fra le erbacce in una collinetta alla periferia di Alghero, "per rispettare le sue volontà", ha sempre spiegato agli inquirenti.

"Vi assicuro che per me è molto difficile ricordare i fatti, perché non mi aspettavo una cosa del genere", ha detto stamattina in aula, assistito dal suo avvocato Daniele Solinas. Un racconto più volte interrotto dagli scontri con la pm Giovannetti.

"Una o due volte mi aveva confessato che se avesse avuto l'occasione si sarebbe suicidata, ma io non le ho creduto", ha dichiarato l'imputato. Una volontà esclusa poco prima, sempre in aula, dalla deposizione del maresciallo Maurizio Ianangeri, psicologo forense del Reparto analisi criminologiche del Racis dei carabinieri: "Speranza Ponti non presentava alcun profilo di rischio suicidario", ha spiegato alla Corte illustrando la sua relazione. 

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