Cagliari

Omicidio Piras a Lula: chiesti 2 ergastoli in appello bis

Sotto processo a Cagliari fratello e cognata della vittima

Omicidio Piras a Lula: chiesti 2 ergastoli in appello bis

Di: Redazione Sardegna Live


"Condannate i due imputati all'ergastolo": è la richiesta del procuratore generale Paolo De Falco, al termine della sua requisitoria nel processo d'appello bis in Corte d'assise di appello a Cagliari nei confronti di Nico Piras, 41 anni, e di sua moglie Alice Flore, di 38, per l'omicidio del fratello dell'uomo, Angelo Maria Piras, l'allevatore di Lula freddato a colpi di fucile il 25 gennaio 2015 nelle campagne del paese.

Con una clamorosa sentenza, il 3 novembre 2021 la Cassazione aveva annullato il primo processo d'appello che si era concluso a Sassari con la condanna a 24 anni dei due coniugi Piras (ribaltando la sentenza di primo grado che li aveva assolti), stabilendo un nuovo processo davanti ai giudici di secondo grado di Cagliari. L'annullamento era stato motivato perché il verdetto aveva "riproposto una tesi alternativa rispetto alla sentenza di primo grado, violando l'obbligo che impone al giudice d'appello che ribalta la sentenza assolutoria di primo grado, di redigere una motivazione rafforzata".

Il pg De Falco, che già aveva sostenuto l'accusa a Sassari, ha confermato davanti alla Corte cagliaritana presieduta da Massimo Poddighe, il "quadro indiziario solido" a carico di Nico Piras e di sua moglie, a cominciare dal movente, ovvero " i dissidi familiari legati all'eredità tra Nico e il fratello Angelo Maria, tra i quali la sera prima dell'omicidio c'era stata una violenta colluttazione in cui Nico era stato picchiato brutalmente dal fratello".

Un ruolo importante nella vicenda, per il pg, è stato svolto dalla moglie di Nico Piras. "Dalle intercettazioni telefoniche emerge chiaramente - ha spiegato il pg - l'istigazione a uccidere al marito da parte di Alice. Il suo coinvolgimento è dimostrato anche dai rilevamenti del Gps collocato sulla macchina di Nico (già intercettato per altri fatti, ndr) che hanno documentato la sosta della macchina guidata dalla donna vicino a un casolare diroccato a Lula, dove ha buttato gli scarponi usati dal marito per l'omicidio, sui quali gli esperti hanno poi accertato l'impronta genetica di Nico Piras".

Alle richieste della pubblica accusa si sono associate le parti civili, Giovanni Colli e Francesco Mossa per la moglie e i figli della vittima. Il processo è stato aggiornato al 24 giugno per le arringhe dei difensori: Rita Dedola e Domenico Cerasaro per Nico Piras e Tito Flagella per la moglie Alice. Mentre Francesco Lai, secondo difensore della donna, discuterà il 6 luglio.

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