Sassari

“Formare i pazienti in dialisi peritoneale a domicilio”, ecco il nuovo obiettivo dell’Aou

L’incontro, svoltosi nei giorni scorsi, ha visto impegnata la struttura complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto

“Formare i pazienti in dialisi peritoneale a domicilio”, ecco il nuovo obiettivo dell’Aou

Di: Antonio Caria


Un incontro per avere una migliore conoscenza della malattia renale cronica avanzata e per gestire il trattamento dedicato ai pazienti che svolgono la dialisi peritoneale a domicilio e ai loro familiari. 

Questo il tema principale della riunione organizzata nei giorni scorsi dalla struttura complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto dell'Aou di Sassari all'hotel Carlo Felice.

“Il paziente che svolge la Dialisi Peritoneale – ha dichiarato Maria Cossu, direttore della Struttura Complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto dell'AOU di Sassari – può organizzare al meglio la propria vita, perché non è legato al trattamento in ospedale». 

Il vantaggio, a detta degli esperti, è quello di potersi spostare portando con sé l'attrezzatura. Per questo motivo, L’Aou di Sassari ha stipulato un contratto con l'azienda fornitrice del servizio che recapita a domicilio del paziente il materiale per la dialisi peritoneale e ne garantisce la fornitura anche negli spostamenti in Italia e all'estero.

“Il trattamento –ha sottolineato Vincenzo Fanelli, responsabile del Servizio di dialisi peritoneale e responsabile scientifico dell'incontro – viene eseguito in molti casi con una metodica automatizzata notturna che si giova di un controllo remoto dal nostro centro, attraverso un sistema cloud via modem telefonico. Questo, a esempio ha consentito a un paziente sassarese, che per diversi mesi all'anno vive in Sud America, di ricevere anche all'estero il materiale e avere un controllo terapeutico a distanza”.

Sono 35 i pazienti seguiti dalla struttura sassarese, tra cui alcuni bambini dai primi mesi di vita in dialisi peritoneale. Il più piccolo – fanno sapere i medici della Nefrologia, dialisi e trapianto ha un anno e sarà al più presto avviato al trapianto, mentre un altro è stato trapiantato all'età di due anni, attualmente ha 10 anni e conduce una vita normale.

“Lo scopo – ha rimarcato la Cossu – è quello di garantire al paziente la migliore qualità di vita e la possibilità di trapianto”. 

Tra gli altri punti trattati, l’igiene e la prevenzione delle infezioni, mentre con la dottoressa Maria Piredda si è parlato del comportamento alimentare e dell'esercizio fisico. Il dottor Milco Ciccarese ha introdotto l'argomento dei trapianti di rene.

Vanna Porcu (infermiera dedicata alla dialisi peritoneale) ha illustrato come si si gestisce un paziente, nella parte riservata alla formazione e addestramento del paziente e del familiare.

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