Cagliari

Droga a San Michele, in arresto 12 spacciatori dei "bunker" di via Seruci

Blitz della Polizia nel rione dello smercio, ecco chi sono le persone finite nei guai. Guardate il VIDEO

Di: Alessandro Congia


"Chiudi, chiudi... oh è pieno di giusta..(polizia n.d.r.)", "Dai, muoviti, porta quello che hai... mi serve urgente". "oh..quì c'è una donna in overdose... e tu buttala giù...".

Sono soltanto alcune tracce delle migliaia di intercettazioni telefoniche, ascoltate e acquisite dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura cagliaritana, utili per chiudere il cerchio attorno ad un'associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga, con base fissa e operativa in via Seruci, nel quartiere difficilissimo di San Michele, stroncata dopo la classica e proficua attività di indagine e di appostamenti continui dei poliziotti.

Ecco gli arrestati, reclusi tuttora nel carcere di Uta: Alessandro Busu, classe 1986, Federico Caboni, classe 1992, Michael Cherbi, classe 1993, Stefano Coccodì, classe 1961, Francesco De Gioannis, classe 1978, Manuel Molinas, Fabiana Mura, Omar Murtas, Flavio Martino Pani, Alessio Scano, Andrea Solinas e Christian Manca.

A capo dell'intera attività di smercio sarebbe stato De Gioannis, mentre Busu il suo 'vice', oltre alla donna (Fabiana Mura), che avrebbe dato disponibilità del suo appartamento per il confezionamento e la vendita di cocaina, speedeball, eroina, sostanze destinate alle centinaia di tossici che ogni giorno e a qualunque ora gravitano tra i palazzi popolari di via Seruci. 

Sequestrati anche 10mila euro in banconote da 20 e 50, borse griffate originali e costose comprate ovviamente dal ricavato della vendita della droga. In conferenza stampa, i dettagli illustrati dal questore Pierluigi D'angelo, il dirigente dei Falchi-Squadra Mobile, Roberto Pititto e Michele Mecca, funzionario della 2° Sezione squadra Mobile.

Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia, sono state condotte dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura. Un centinaio di agenti, con l'ausilio di un elicottero del Reparto Volo, Reparti Prevenzione Crimine e Volanti.

L'operazione

Le indagini hanno permesso di ricostruire i traffici delittuosi posti in essere dagli indagati, che avevano creato nelle palazzine di via Seruci un vero e proprio mercato della droga che spaziava dalla cocaina, alla eroina, sino allo speedball.

Attività di intercettazioni telefoniche, sistemi di video riprese, tradizionali servizi di osservazione, acquisti simulati di stupefacente operati da agenti sotto copertura, ed escussioni rese da numerosi acquirenti dello stupefacente, hanno costituito il nucleo centrale dell’indagine.

Si è documentato da parte della Polizia di Stato l’esistenza di un gruppo stabilmente organizzato che operava senza soluzione di continuità anche nei giorni festivi, sotto la costante sorveglianza di vedette pronte a segnalare ogni possibile “presenza pericolosa”.

Le cessioni venivano operate attraverso un sistema standardizzato, ovvero i tossicodipendenti venivano radunati dai sodali del gruppo nei pressi della palazzina di via Seruci civico 3, poi venivano indirizzati all’ingresso del palazzo ove facevano le ordinazioni e pagavano anticipatamente il corrispettivo richiesto ,quindi lo spacciatore di turno saliva ai piani superiori prendendo le dosi  già preparate.

Rilevanti ai fini delle indagini sono state le varie intercettazioni telefoniche in cui gli indagati nelle varie conversazioni, talvolta utilizzando un linguaggio criptico, facevano riferimento all’attività illegale oggetto di indagine.

Un ruolo primario all’interno dell’organizzazione ha avuto il Degioannis che operava quale promotore, organizzatore e finanziatore del gruppo, con l’attiva collaborazione del BUSU che si interfacciava nel corso delle indagini non solo con il Degioannis, ma anche con gli altri partecipi dell’organizzazione criminale impartendo loro una serie di direttive.

Un ruolo rilevante ha avuto altresì la componente donne del gruppo, fra cui in particolare la MURA Fabiana che, pienamente partecipe all’attività delinquenziale, forniva la propria abitazione come base logistica del sodalizio criminale.

Di rilievo, ma non tale da determinare l’emissione di una misura restrittiva, è stato il contributo fornito da altre due donne, ovvero la moglie del DE GIOANNIS, e la compagna del BUSU. 

Gli altri sodali svolgevano prevalentemente l’attività di vedette, stazionando nei pressi delle palazzine ove avveniva lo spaccio con il fine specifico di avvertire i propri soci in affari dell’eventuale arrivo delle forze dell’ordine, sia di cedere la droga agli acquirenti consegnando le dosi e ricevendo il denaro.

Nel corso dell’indagine sono state tratte in arresto 16 persone, ed è stata sequestrata complessivamente eroina per grammi 196,013, cocaina per grammi 70,6, mix di eroina e cocaina per grammi 34,664, metadone per mg 75 ed un totale di dosi pronte allo spaccio sequestrate per un numero di 1.689.


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