Cagliari

Campagna Amica promuove il grano locale

Il Presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu: “Tutti possiamo dare il nostro contributo”

Campagna Amica promuove il grano locale

Di: Antonio Caria


“Comprare la pasta e tutti i derivati del grano duro sardo e made in Italy è di fondamentale importanza, sia economica, ambientale, paesaggistica e sociale”.

Lo sottolinea Coldiretti che, attraverso Campagna Amica, promuoverà nei propri mercati in tutte le regioni la festa del grano. Le tappe sarde saranno domani a a Sassari, nel mercato coperto di Luna e sole, a Nuoro nel mercato coperto dell’Exmè, a Monserrato in via del Redentore e domenica a Selargius davanti al centro commerciale I Mulini.

Grazie anche alla collaborazione di aziende agricole, si terranno dei laboratori esperienziali in cui si ripercorreranno le tappe che portano dalla terra alla tavola, con delle degustazioni.

Una giornata di promozione di un prodotto che ha visto la Sardegna tra i leader nella produzione, tanto da essere ricordati con l’appellativo di Granaio di Roma, ma che, rimarcano da Coldiretti, “Con gli anni stiamo perdendo poiché stiamo rischiando di vedere scomparire i cerealicoltori”.

Tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 la Sardegna era la seconda regione dopo la Sicilia in cui si coltivava più frumento duro in Italia: 158mila 000 ettari su 1,29 milioni totali (dato Laore). Dai dati del 2016 è scesa al decimo posto con soli 36mila399 ettari su un totale nazionale pressoché simile (1,3 milioni).

A distanza di due anni gli ettari coltivati sono scesi ancora di circa il 40%: dai dati Istat elaborati da Coldiretti Sardegna risultano coltivati a grano nel 2018 20mila 684 ettari mentre quelli nazionali sono sempre intorno a 1,3milioni.

“Negli ultimi 20 anni – fanno sapere da Coldiretti – si sono più che dimezzati anche i cerealicoltori. Complice una remunerazione sotto i costi di produzione dovuta alla concorrenza sleale di materie prime importate delle quali non conosciamo i metodi di produzione e quindi non abbiamo garantita neppure la nostra salute”.

Da cinque anni il prezzo ha imboccato una lunga discesa. Dai 30 euro del 2014 ha cominciato a calare, 27 euro l’anno successivo per poi crollare a 21 nel 2016 (0,21 centesimi al kg) pagati al produttore. Lo scorso anno il prezzo è partito sempre da 21 euro ma in alcuni casi è sceso anche di 6 euro (15-16 euro) per un peso specifico basso a causa delle continue piogge. Mentre i costi di produzione sono di circa 24 euro al quintale. Il grano era remunerato meglio 40 anni fa (nel 1976): 48 mila lire al quintale.

Un passo in avanti si è fatto con l’etichetta di origine nella pasta, dove dal febbraio del 2018 deve essere indicato il paese di origine del grano e della semola.

“Occorre maggiore attenzione nel fare gli acquisti – sottolineano da Coldiretti Sardegna -. Occorre leggere attentamente l’etichetta e acquistare consapevolmente la pasta  prodotta con grano italiano e possibilmente sardo”.

“Tutti possiamo dare il nostro contributo – ha rimarcato il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – acquistando prodotti locali. Lo diamo dal punto di vista economico, ma anche ambientale e sociale. Ma siamo anche sicuri di mangiare prodotti che non fanno male alla salute. Gli agricoltori, infatti, cosi come gli allevatori garantiscono il presidio del territorio e l’invasione delle cavallette nei 2500 ettari del nuorese ne sono un ulteriore prova. Come Coldiretti, inoltre, stiamo promuovendo i prodotti locali ed in questo caso la pasta nelle mense scolastiche, abbiamo già degli accordi che stanno funzionando”.

 “Nel settore c’è comunque molto fermento – ha aggiunto il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – sono diverse le aziende che ultimamente stanno intraprendendo la strada della trasformazione e vendita diretta dei propri prodotti: pasta, pane e semola. I nostri mercati di Campagna amica sono per molti di loro la spazio per vendere e promuoversi”.

Coldiretti per difendere il made in Italy si sta portando avanti la petizione stop cibo anonimo per chiedere alla Commissione europea di estendere a tutti i prodotti alimentari l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti i prodotti alimentari.

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