Ploaghe

Ploaghe dice no al randagismo, ecco il regolamento per le adozioni dei cani

Il Sindaco Carlo Sotgiu: “La Regione garantisca risorse specifiche per problemi di questo tipo”

Ploaghe dice no al randagismo, ecco il regolamento per le adozioni dei cani

Di: Antonio Caria


Tiene sempre banco la lotta al randagismo. Un problema estremamente problematico da superare per le amministrazioni comunali che ogni anno impiegano ingenti risorse per mantenere i randagi nei canili convenzionati con costi che vanno dai due ai tre euro al giorno per singolo cane. 

A questo proposito, il comune di Ploaghe ha attivato un regolamento che incentivi le adozioni da parte dei privati riducendo di conseguenza i costi a carico del comune. Una decisione che è arrivata nel corso dell’ultima seduta di consiglio comunale.

Pr chi adotta un cane randagio di proprietà del Comune, ospitato presso il canile convenzionato, sono previsti i seguenti contributi: 350 euro da corrispondersi dopo 30 giorni dall’avvenuta adozione, dopo l’accertamento dell'effettivo possesso e dello stato di benessere del cane, 150 euro da corrispondersi dopo 1 e dopo 2 anni dall’adozione, previo accertamento dell’effettivo possesso e dello stato di benessere del cane, tramite presentazione anche di libretto sanitario o certificato di vaccinazione. 

Il contributo iniziale sarà elevato 500 euro per le persone disabili ovvero per coloro che fanno ricorso alla cosiddetta pet therapy, in presenza di certificazione medica.

Soddisfatto il sindaco Carlo Sotgiu: “Con questo regolamento puntiamo a incentivare i privati ad accogliere nelle loro case i cani che peraltro sarebbero regolarmente microchippati a vantaggio di tutti. Un comune come il nostro ha avuto anche una sessantina di cani con costi annuali che possono superare i 50mila euro. È per noi fondamentale ridurne il numero ed allo stesso tempo garantire il loro benessere attraverso le famiglie che decidano di prenderli in carico". 

“Resta il problema – ha concluso con un pò di amarezza – che la regione non stanzia fondi appositi per questa problematica e le risorse devono essere garantite dal bilancio comunale. Credo che la Regione Sardegna dovrebbe garantire risorse specifiche per problemi di questo tipo.”

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