Hanno preso il via domenica 10 aprile, con la benedizione delle Palme, le celebrazioni che aprono ufficialmente  Sa Chita Santa a Orosei. Un ricchissimo calendario, come vi abbiamo mostrato qualche giorno fa, che anima la Santa Pasqua con antichissimi e suggestivi cerimoniali.

Riti, veglie, percorsi, canti, momenti di preghiera: sono i momenti più importanti e profondamente sentiti dalla comunità oroseina e non solo, considerate le numerosissime presenze che la circostanza richiama di anno in anno.

Ricordandovi l’appuntamento con le dirette di Sardegna Live, rispettivamente Venerdì 15 e Domenica 17 Aprile, vi riportiamo brevemente quanto ci racconta la Pro Loco, sulle giornate più significative e di  massima espressione della Settima Santa  a Orosei.

Ecco quel  che accade :

GIOVEDI SANTO  Fin dal giorno precedente o dal mattino presto, si allestiscono con grande cura, in otto Chiese, i così detti Sepolcri (Sos  Sepurcros).  Questi sono delle composizioni floreali, il cui centro è costituito da un crocifisso ornato da una serie di candele e lumicini su cui spiccano i caratteristici Nenneres, piatti composti da alti steli dorati di alcuni cereali e legumi fatti germogliare al buio. Nel tardo pomeriggio, la Messa nella Cena del Signore (Coena Domini) inaugura solennemente il Triduo Pasquale. Durante questa celebrazione liturgica, dodici confratelli (sei di Santa Croce e tre per ciascuno degli altri due oratori) si sottopongono al Lavabis, cioè alla lavanda dei piedi. Al termine del cerimoniale liturgico le tre confraternite fanno ritorno ai rispettivi oratori dove si preparano per la processione che farà visita ai vari sepolcri.

VENERDI SANTO Pur con qualche modifica i cerimoniali attuali conservano quasi immutata la tradizione. Le tre confraternite convergono in parrocchia per la cerimonia religiosa. Al concludersi di questa segue la processione in cui si portano i simulacri, tutti di proprietà dell’oratorio di S.Croce, che erano presenti originariamente al rito de s’iscravamentu: la Maria, la grande croce lignea in cui veniva appeso il Cristo e lo stesso Cristo che, coperto da un velo di tulle bianco, viene adagiato, con a fianco i tre chiodi, il martello e le tenaglie, dentro Su Brossolu, letteralmente culla.

DOMENICA DI PASQUA _ S’INCONTRU. L’incontro tra il Cristo Risorto e sua madre segna l’atto conclusivo dei Riti della settimana Santa.  I due simulacri sfarzosamente infiorati vengono trasportati da sos de sa Maria. Il percorso viene cosparso di ramoscelli fioriti di pervinca e i due cortei procedono secondo una identica disposizione. Appena i due gruppi si intravedono a vicenda i simulacri vengono fatti avanzare e fanno, ad un segnale convenuto dei due priori, il primo inchino. Giunti a circa cinque metri di distanza, tolto il velo azzurro alla statua della Madonna, i due simulacri si salutano, o meglio “s’incontrano”, con un ultimo inchino. A questo punto i confratelli si scambiano fra di loro i simulacri e le insegne. Le due arcate, l’una a fianco dell’altra, vengono disposte nella scalinata; dopo una preghiera di benedizione, il coro dei confratelli di S.Croce intona sos Gotzos de s’incontru e, dopo qualche versetto, la processione (con il simulacro della Madonna in testa, seguito da quello del Salvatore, dal sacerdote e dalla consorelle guidate dalle rispettive prioresse), si riversa in parrocchia dove si celebra la solenne messa cantata.