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“In considerazione delle perplessità espresse da alcuni cittadini sui social network in merito alle ordinanze di divieto di balneazione e successiva revoca in località S’Oru e Mari di qualche settimana fa, si rende necessario riepilogare dettagliatamente l’evolversi dei fatti, affinché si chiarisca una volta per tutte su quali atti concreti si deve basare l’Amministrazione quando prende decisioni di un certo tipo”.
Lo si legge in una nota del Comune di Quartu Sant’Elena che sottolinea il fatto che: “In data 17 maggio l’Amministrazione ha ricevuto dall’ARPAS la comunicazione inerente l’esito delle analisi, effettuate il 15 maggio, delle acque di balneazione prospicienti la località S’Oru e Mari, e più precisamente nel tratto di mare antistante le vie Serpentara ed Eolie, in cui veniva rilevata una carica microbica elevata, ben oltre 4 volte il limite di legge. Con lo stessa trasmissione si chiedeva al Sindaco di predisporre un’immediata ordinanza di divieto temporaneo di balneazione”.
“Nella suddetta comunicazione – si legge nella nota – l’ARPAS faceva inoltre presente che i loro tecnici avrebbero effettuato dei controlli aggiuntivi, previsti per il 16 maggio, quindi il giorno dopo il primo campionamento. In data 18 maggio poi l’ARPAS comunicava infatti che dalle analisi effettuate era stato rilevato il rientro dei valori microbici nella norma e che pertanto il Sindaco doveva predisporre un’immediata ordinanza di revoca del divieto temporaneo di balneazione”.
“In proposito – rimarcano dal Comune – è comunque importante precisare che il Sindaco, a tutela della salute pubblica, ha l’obbligo per legge (Decreti Ministeriali 30/03/2010 e 19/04/2018) e il dovere morale, nei confronti dei suoi concittadini, di predisporre immediatamente l’ordinanza di divieto di balneazione quando viene a conoscenza che le analisi presentano dei valori fuori norma, così come peraltro richiesto dall’ARPAS. Ma quegli stessi obblighi valgono anche per la predisposizione dell’Ordinanza di revoca del divieto di balneazione, dal momento in cui riceve dall’ARPAS gli esiti favorevoli delle analisi".
“Si sottolinea infine che nelle note dell’ARPAS veniva messo in rilievo che i tecnici non erano riusciti a risalire alla causa dell’inquinamento. Nonostante si sia trattato di un caso sporadico, – concludono – l’Amministrazione non intende rinunciare ad ulteriori accertamenti, i più accurati possibili, al fine di cercare di individuare il o i responsabili dell’inquinamento accertato lo scorso 15 maggio”.