Bortigiadas

Emiliano Deiana: “Le Unioni dei Comuni nel programma del Presidente Solinas”

Il Presidente di Anci Sardegna e Sindaco di Bortigiadas: “Nella passata legislatura dovevano fare tutto, in questa nulla”

Emiliano Deiana: “Le Unioni dei Comuni nel programma del Presidente Solinas”

Di: Antonio Caria


“Sto leggendo con molto interesse le dichiarazioni programmatiche del Presidente della Regione su cui mi esprimerò in maniera complessiva fra qualche giorno. Su una cosa, poiché ne abbiamo parlato fra comuni e sindaci parecchie volte, però posso già dire qualcosa: sul ripristino delle Province e sulla (supposta) abolizione delle Unioni di Comuni (e Comunità Montane)”.

È quanto si legge in un post pubblicato su Facebook da Emiliano Deiana, numero uno di Anci Sardegna e Sindaco di Bortigiadas: che sottolinea: “Io (e moltissimi sindaci e amministratori comunali) sono favorevoli al ripristino delle Province e all’elezione diretta degli amministratori. Vorremmo che non ci siano giunte provinciali con 15 assessori e consigli provinciali con 45 consiglieri, ma con numeri decenti che consentano la rappresentanza ma non offendano l’intelligenza delle persone. Per il resto ok. Ma c’è un però – aggiunge –: la maggioranza Lega/Psd’az + M5S che governa a Roma sul ripristino delle Province si sta scannando dalla mattina alla sera”.

“Cosa significa? Significa che senza l’abolizione della Legge 56 (Legge Delrio) elezione diretta non se ne avrà. Chi lo dice? Non certo io. Lo dice – rimarca Deiana – una sentenza della Corte Costituzionale che boccia la legge della Sicilia che reintroduceva l’elezione diretta del presidente della Provincia e del Consiglio provinciale e dei relativi compensi agli amministratori”.

A suo modo di vedere “C’è una soluzione diversa dal dire “a noi non ce la impugnano”? Parliamone e vediamo. Io penso che senza l’abolizione della Legge Delrio la reintroduzione dell’elezione diretta sia pura utopia. Ricordo a tutti (anche a quelli che vivono in una bolla mediatica) che la maggioranza in parlamento e nel Governo continua a detenerla il M5S. Se poi ci saranno stravolgimenti, ribaltoni o altro ne parleremo. Per ora è così”.

“Ma la cosa che mi convince di meno è “l’abolizione delle Unioni di Comuni e Comunità Montane”. In Sardegna – specifica il Presidente di Anci Sardegna –passiamo sempre da un estremo all’altro. Nella passata legislatura le Unioni di Comuni dovevano fare tutto. In questa legislatura dovrebbero fare nulla”.

Per lui, “In realtà si è generata negli anni una grande confusione. Un filone di pensiero dalla Delrio alla LR 2/2016 diceva che le Unioni dovessero assorbire le 10 funzioni fondamentali dei comuni. Io l’ho sempre chiamata una fusione mascherata e a-democratica dei comuni stessi o, al limite, la creazione a-democratica di una quarantina di “provincette”.

“Adesso si inaugura il filo abolizionista – denuncia ancora Deiana -. Naturalmente l’equilibrio è la cosa migliore. Le Unioni di Comuni non possono sostituire e assorbire le funzioni fondamentali di tutti i comuni aderenti, ma possono fare molto bene alcune cose a partire dai servizi - servizi, non funzioni - in forma associata: dai rifiuti al trasporto alunni, dalle mense alla formazione del personale, dallo sviluppo locale alle autorizzazioni paesaggistiche ecc. ecc”.

“Sullo sviluppo locale – prosegue – informo l’attuale maggioranza che le Unioni dei Comuni gestiscono centinai di milioni di euro sulla cd Misura 5.8 della Programmazione Territoriale. L’assessore Giuseppe Fasolino conosce assai bene la strategia poiché l’ha vissuta da sindaco di Golfo Aranci insieme ai colleghi del Monte Acuto e della Riviera di Gallura. Non credo che, conoscendolo, voglia tornare indietro rispetto a questa strategia che vedeva nelle Unioni lo snodo cruciale. Così come non credo che l’Assessore Andrea Biancareddu che ha vissuto la protagonista la stagione de La città di paesi della Gallura sia stato scontento da sindaco del ruolo svolto dalla nostra Unione dei Comuni”.

A detta di Deiana, Le Unioni dei Comuni hanno bisogno di tre cose: “1) Definire le cose che i comuni possono fare insieme. Lo possono decidere solo i comuni e non la Regione. 2) di personale per fare le cose che decidono di fare. Non si può pensare che ci sia un travaso di personale dai comuni che sono già sotto-organico. 3) di risorse. Bisogna aumentare il Fondo Unico degli enti locali secondo quanto previsto dalla LR 2/2007 all’articolo 10”.

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