Nuoro

Università: riaprono le sedi a Nuoro. Entro giugno la Fondazione

A un mese dalla chiusura del Polo Universitario Nuorese riaprono nel capoluogo barbaricino le due sedi di via Salaris e di Sa Terra Mala

Università: riaprono le sedi a Nuoro. Entro giugno la Fondazione

Di: Redazione Sardegna Live


A un mese dalla chiusura del Polo Universitario Nuorese, a causa dello stallo legato all'applicazione della legge regionale 10 che ha sciolto il Consorzio ma non ancora costituito la Fondazione che lo dovrà sostituire, riaprono nel capoluogo barbaricino le due sedi di via Salaris e di Sa Terra Mala.

Nei giorni della protesta degli 800 studenti, la Regione ha nominato Giovanni Pinna Parpaglia commissario liquidatore del Consorzio, che entro giugno dovrà traghettare l'Università fino alla costituzione della Fondazione.

"Le due sedi del Polo universitario sono state riaperte, la biblioteca e i laboratori sono ora operativi - conferma all'ANSA il commissario Pinna Parpaglia - Sono tornati al loro posto anche i 22 dipendenti della ditta d'appalto che garantivano i vari servizi dell'Università, nel frattempo la Provincia e il Comune di Nuoro ci hanno messo a disposizione quattro dipendenti per garantire il funzionamento amministrativo e gestionale. Non appena si tornerà in presenza, siamo pronti a garantire anche le lezioni - assicura - Nei prossimi mesi metteremo in moto il processo per arrivare alla costituzione della Fondazione, che un notaio dovrà ratificare entro giugno".

La legge regionale che ha sciolto i due Consorzi nuoresi, quello dell'Università e quello della Biblioteca Satta, per farli diventare Fondazioni, incontra la contrarietà del sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, che ha annunciato l'impuagnazione del provvedimento davanti al Tar della Sardegna. "In quella sede - spiega il primo cittadino - verrà sollevata la questione di legittimità costituzionale della legge stessa. Noi crediamo che la legge adottata vada contro la Costituzione, in quanto è stata approvata contro la volontà del Comune, pertanto chiederemo nelle forme previste dall'ordinamento che la Corte costituzionale ne dichiari l'illegittimità".

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