Arbatax

Saipem. “Il Governo scongiuri la chiusura dello stabilimento ed eviti la delocalizzazione”

Cabras, Manca e Fenu (M5S) presentano una doppia interrogazione al ministro Di Maio

Saipem. “Il Governo scongiuri la chiusura dello stabilimento ed eviti la delocalizzazione”

Di: Antonio Caria


Preoccupa la situazione della Saipem di Arbatax, la società controllata dal gruppo Eni che realizza piattaforme petrolifere. Con una doppia interrogazione presentata alla Camera da Pino Cabras e Alberto Manca e al Senato da Emiliano Fenu, i parlamentari del Movimento Cinque Stelle chiedono al al Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio, quali siano le iniziative il Governo vuole assumere “Affinché Saipem incrementi gli investimenti, in particolare lo stabilimento di Arbatax, al fine di scongiurare la chiusura di tale importantissima realtà industriale e di salvaguardare i livelli occupazionali e le professionalità dei lavoratori impiegati”. 

Non solo: a detta di Cabras Manca e Fenu, la condotta di Saipem potrebbe violare il Decreto Dignità che introduce misure per il contrasto alla delocalizzazione all’estero delle imprese.

Nonostante la recente acquisizione di una nuova commessa per realizzare un progetto in Guyana, che da luglio 2019 e per circa sette mesi dovrebbe interessare lo stabilimento ogliastrino, le preoccupazioni per il futuro permangono anche perché, scrivono i tre deputati,  “L’organico, ormai ridotto a sole 95 unità, subirà un'ulteriore flessione a seguito dell'accordo siglato nel corso del recentissimo incontro tra la Saipem e la Rappresentanza sindacale unitaria – si legge nelle due interrogazioni – nell’ambito di un piano di prepensionamento che tuttavia non specifica come verranno reintegrate le professionalità perse”.

“Il timore che sia in atto una progressiva smobilitazione del sito è rafforzato dal precedente dello stabilimento di Cortemaggiore, dismesso nel 2016 e delocalizzato in Romania, nonostante le precedenti rassicurazioni” – hanno sottolineato i parlamentari pentastellati-. L’Ogliastra è già provata dal gap infrastrutturale e dai forti tassi di disoccupazione e non potrebbe permettersi un ulteriore duro colpo”.

“Saipem S.p.A. è una multinazionale a partecipazione pubblica hanno concluso Cabras, Manca e Fenu, e per questo “L'adottata prassi della delocalizzazione delle attività produttive all’estero e la conseguente riduzione del proprio organico in Italia, oltre a costituire una condotta sgradevole nei confronti del nostro Paese, peraltro non conforme agli obiettivi programmatici del Governo in materia di investimenti pubblici e rilancio dei livelli occupazionali potrebbe anche configurare una violazione del Decreto Dignità, approvato lo scorso mese di luglio dal parlamento e che introduce appunto misure per il contrasto alla delocalizzazione e la salvaguardia dei livelli occupazionali”.

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