Arborea

Post elezioni regionali. Ieri l'assemblea Anci Sardegna ad Arborea

“Attivare un confronto franco e leale col Presidente della Regione, la Giunta e il Consiglio Regionale”

Post elezioni regionali. Ieri l'assemblea Anci Sardegna ad Arborea

Di: Antonio Caria


Si è riunita ieri ad Arborea l’Assemblea Generale dei sindaci sardi. Un’occasione per un confronto a due mesi dalle elezioni regionali che hanno decretato la vittoria del centrodestra e di Christian Solinas. 

E proprio sulla necessita di un confronto franco e leale con il nuovo Presidente della regione, la Giunta e il Consiglio regionale, proposta dal numero uno di Anci Sardegna, Emiliano Deiana, si è trovata un’intesa unanime

“Le linee di confronto – queste le sue parole – sono aperte alle integrazioni e agli emendamenti di tutti i comuni che saranno discusse in una nuova assemblea.

Gli “Atti di Arborea” potrebbero servire a rilanciare un nuovo “Congresso del Popolo Sardo” col coinvolgimento, a partire da Anci Sardegna, di tutte le forze politiche, sociali, sindacali, imprenditoriale per ragionare sulla Sardegna del 2050”.

Per quanto riguarda le istituzioni si è parlato di una Riforma dello Statuto: “Più poteri ai sardi e maggior rispetto dello Stato italiano verso la Sardegna”, della legge elettorale (pluralismo, democrazia, rappresentatività, pari opportunità e governabilità), della Regione, “Fine del centralismo e del burocratismo regionale, più poteri e risorse ai comuni e alle comunità. Testo Unico per gli enti locali: meno burocrazia e più politica e della Regionalizzazione della finanza locale: “Come Trentino e Friuli fine della stagione dei tagli ai comuni, ripristino delle risorse ante 2009. incremento del Fondo Unico per gli Enti Locali sulla base della LR 2/2007”.

Inoltre è stato posto l’accento anche sulla questione dei paesi e delle aree interne (Un vasto programma di “controesodo” verso delle migliori intelligenze con un solo obiettivo: concorrere al progresso della Sardegna e contrastare i fenomeni di abbandono e di desertificazione umana”), dei pastori e la zona franca rurale (“Rendere convenienti vivere nella bassa densità abitativa e lavorare la terra”), delle periferie urbane e dell’emarginazione sociale, della povertà e del contrasto alle crescenti disuguaglianze sociali e territoriali, La questione demografica e le politiche per le famiglie, del diritto dei Sardi alla mobilità (“Il viaggio verso il continente non può costare più di una tratta autostradale”), del diritto alla salute (Meno liste d’attesa, meno sprechi, più sanità territoriale e la salvaguardia e il rafforzamento dei presidi sanitari periferici).

Uno spazio è andato anche alla tutela del paesaggio, del mare e della suolo contro i cambiamenti climatici, ala legge per una scuola sarda che “Determini parametri adatti alle esigenze della Sardegna: bilinguismo, cultura e storia della nostra terra” e al nuovo ciclo di programmazione 2021-2027 per “Combattere radicalmente lo spopolamento e la desertificazione umana, sociale e antropologica della Sardegna”. 

“L’elenco, naturalmente, sarebbe ancora molto lungo, ma attendiamo – queste ancora le parole di Deiana – che la Giunta Regionale si insedi e presenti il nuovo Programma Regionale di Sviluppo 2019-2024 per affinare i termini del confronto e per individuare soluzioni il più possibile condivise all'interno del sistema istituzionale della Sardegna”. 

“Nel frattempo i sindaci si confronteranno fra loro per approfondire i temi di dibattito col Presidente, la Giunta e il consiglio regionale – ha aggiunto –. Siamo certi che, nel rispetto del programma che il Presidente Solinas presenterà al Consiglio Regionale, la volontà di confronto col sistema delle Autonomie Locali della Sardegna sarà decisivo per la riuscita di buone politiche pubbliche e delle riforme così necessarie per i sardi e per la Sardegna”.

Un’attenzione particolare è andata anche  ai temi del cosidetto “federalismo differenziato”, rilanciato da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. “Anci Sardegna, non in nome di un astratto “unionismo” ma per ragioni di giustizia sociale e territoriale, – ha aggiunto – rifiuta il “secessionismo dei ricchi” che non consentirà, ad esempio, l’applicazione dell’articolo 13 dello Statuto di Autonomia su un nuovo piano strategico di progresso per la Sardegna”. 

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