In Sardegna

Il "Mommotti": l'uomo nero della tradizione sarda che toglie il sonno ai bimbi capricciosi

Incappucciato e con la barba lunga, un orco o un folletto maligno, forse un diavolo: è una delle figure maligne più note della tradizione sarda. Che origine ha il "Mommotti"?

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Di: Giammaria Lavena


Nel mondo immaginario che costruiamo intorno a noi da piccoli, tutto ciò che ci circonda assume connotazioni grottesche e iperboliche. La realtà, così come la vediamo, si distorce e trova riparo nella fantasia. Diventa pertanto cosa assai semplice "manipolare" il pensiero di un bambino, condizionandone azioni e comportamenti. Utilizzare determinati espedienti viene ancor più facile in una tradizione come quella sarda, ricca di credenze e popolata da figure immaginarie, meravigliose o terrificanti. Ed è proprio tramite una di queste che i genitori hanno modo di mettere fine ai capricci dei figli più piccoli: parliamo del "Mommotti". Più o meno tutti abbiamo avuto esperienza diretta o indiretta con questo profilo misterioso e inquietante. Quante volte, da bambini, ci siamo sentiti minacciati dall'incombente ombra di quest'uomo "senza scrupoli", rifugiandoci sotto le coperte? "Se non fai il bravo arriva il Mommotti", ci intimidivano il papà o la mamma. Ma di chi si tratta? Cosa rappresenta questa spaventosa figura che ha tormentato il sonno di generazioni di bambini sardi? 

PROFILO E CARATTERISTICHE. Il "Mommotti", detto anche "Bobbotti", si presenta, a seconda di come viene descritto da chi lo utilizza come spauracchio, come un uomo incappucciato, provvisto di una folta barba e munito di un grosso bastone. Altresì associato all'uomo nero, non di rado lo si identifica come un orco cattivo il cui compito è quello di portare via i bimbi che non si comportano bene. Occhi coperti, incrociare il suo sguardo maligno farebbe raggelare il sangue a chiunque. Leggenda vuole che si nasconda nella cameretta dei piccoli capricciosi, in agguato dentro l'armadio o sotto il letto. Ma non sono le uniche associazioni a figure malvage e pericolose: in alcune zone della Sardegna viene infatti associato al diavolo, in altre addirittura ad un perfido folletto, che cattura chiunque superi l'ora del coprifuoco. 

ORIGINI DEL NOME. Sono diverse le teorie sull'origine del "Mommotti". La più accreditata vuole che derivi da "Mohammed", un corsaro arabo dalla pelle scura che ai tempi dei Giudicati sardi compiva razzie nei villaggi dell'Isola e che aveva come vittime predilette proprio i bambini, che venivano rapiti. Un'altra ipotesi è che questi potrebbe derivare da "Mamuthones", una delle tradizionali maschere sarde, alla cui prima vista si prova un sentimento di soggezione e inquietudine e la cui storia ha un'origine incerta. E ancora, sulla scia di antichi riti e culti isolani, c'è chi lo associa a "Momoti", il Dio della Morte. Non si esclude infine la versione che fa risalire questo misterioso essere alla famiglia Marotta, resasi responsabile in epoca napoleonica di una serie di efferati reati, nella vicina Corsica, fra i quali appunto alcuni rapimenti. 

ICONA DELLA TRADIZIONE. Se è vero che assume numerose sembianze e che gli vengono attribuite variegate origini, resta il fatto che il "Mommotti" viene comunemente sfruttato come mezzo per placare i capricci dei bambini. E' solo una delle tante entità immaginarie relegate alla tradizione sarda, intrisa di misticismo e credenze sacre e profane. Di sicuro "l'uomo nero" della cultura isolana rimane una delle figure più iconiche e meglio riuscite nel racconto che se ne fa di essa, vero e proprio alleato di mamme e papà alle prese con le bizze dei piccoli di casa.

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