Uri

“Tragedia in su Isclavamentu”: a Santa Croce si riscoprono le antiche tradizioni

L’appuntamento è in programma martedì 16 aprile alle 18.00

“Tragedia in su Isclavamentu”: a Santa Croce si riscoprono le antiche tradizioni

Di: Antonio Caria


Martedì 16 aprile alle 18.00, la Chiesa di Santa Croce ospiterà un incontro di promozione e commento all’opera de “Index libri vitae - pars VII” del Teologo Giovanni Delogu-Ibba dal titolo “Tragedia in su isclavamentu de su Sacrusantu Corpu de nostru Sennore Iesu Christu”.

La manifestazione fa parte del  programma “Pasqua in Biblioteca - alla riscoperta delle tradizioni” promossa dall’’Amministrazione Comunale di Uri in collaborazione con la Biblioteca Comunale “G.M. Cherchi”, la Parrocchia N.S. della Pazienza, la Confraternita Santa Croce, il Sistema Bibliotecario Coros-Figulinas, la Co.Me.S. e il progetto di Servizio Civile Nazionale.  

“L’evento – ha sottolineato l’Assessore alla Cultura Matteo Emanuele Dettori – si pone l’obiettivo sia di unificare un intero territorio per l’utilizzo della stessa variante linguistica del sardo logudorese, sia quello di comprendere l’importanza delle tradizioni che formano una cultura propria Sarda legata alla Pasqua.”

L’evento, introdotto e commentato da Giacomo Floris (professore presso il Dipartimento di Storia dell’Università di Barcellona)  sarà allietato dalle letture di Clara Farina, nota attrice teatrale e docente di lingua sarda.

Per il parroco di Uri Don Gianni Nieddu, “S’iscravamentu rappresenta una paraliturgia autoctona propria della Sardegna che fa rivivere le sofferenze provate dal Cristo sulla Croce. La lettura è il commento dell’opera del Delogu-Ibba di certo aiuterà la comunità a vivere con una consapevolezza differente il momento toccante del Venerdì Santo”.

Don Giovanni Delogu-Ibba, nato a Ittiri nel 1664, divenne sacerdote in giovane età ricoprendo diversi incarichi in Curia e per conto del Sant’Uffizio. Nel 1668 circa prese il posto dello zio, il reverendo Francesco Ibba-Virde, nella Rettoria di Villanova Monteleone prima di essere nominato Vicario Foraneo.

Nel 1736 diede alla stampa l’opera che lo rese celebre, “Index Libri Vitae que titulus est Iesu Nazarenus Rex Iudeoeum”. Morì a Villanova Monteleone nel 1738.

“Index Libri Vitae que titulus est Iesu Nazarenus Rex Iudeoeum” è composto da sette parti: le prime cinque da componimenti lirici in latino, la sesta sui Gosos in Sardo e la parte VII dal titolo “Tragedia in su isclavamentu de su Sacrusantu Corpu de Nostru Sennore Iesu Christu” interamente scritta in sardo che rievoca gli ultimi momenti di vita terrena di Gesù Cristo, fonte di ispirazione per tanti sacerdoti per l’omelia de “s’Iscravamentu” del Venerdì Santo.

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