Sassari

Aou, un protocollo per curare la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno

Il Direttore Generale Antonio D’Urso: “Con questo nuovo Pdta accompagniamo le famiglie in un percorso clinico, fornendo un sostegno a una popolazione fragile”

Aou, un protocollo per curare la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno

Di: Antonio Caria


Un’assistenza appropriata a che soffre della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno ((Osas) è l’obiettivo dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di viale San Pietro a Sassari.

Tutto questo grazie all’attivazione di un percorso attraverso la creazione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale promosso dalla struttura complessa di Pediatria, in collaborazione con le strutture di Otorinolaringoiatria e di Odontoiatria,

La presentazione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale, che si  si inserisce nell'ambito delle celebrazioni della giornata mondiale del sonno, in programma il 15 marzo, si è tenuta questa mattina alla presenza del direttore generale dell'Aou di Sassari Antonio D'Urso, di quello sanitario Nicolò Orrù, e dei direttori della Pediatria, professor Roberto Antonucci, dell'Otorinolaringoiatria Francesco Bussu, dell’Odontoiatria, professore Edoardo Baldoni, e di quello del dipartimento di Scienze biomediche, e il professore Andrea Montella.

“Con questo nuovo Pdta – ha sottolineato D'Urso – che si affianca ad altri predisposti in questi anni dalle nostre strutture, come quello della Smac o delle malattie del fegato, accompagniamo le famiglie in un percorso clinico, fornendo un sostegno a una popolazione fragile”.

«È un esempio tipico che dimostra come una migliore appropriatezza consenta di organizzare al meglio le risorse – ha aggiuntò Nicolò Orrù – un percorso attraverso il quale si potrà capire al meglio il tipo di terapia più appropriato da adottare».

Il protocollo realizzato dall’Aou ha come finalità quella di introdurre criteri clinici di valutazione il più possibile rigorosi e obiettivi per garantire una gestione del bambino con Osas omogenea e condivisa tra pediatri, otorinolaringoiatri e odontoiatri. In questo modo – questo è il parere degli specialisti – sarà possibile assicurare il massimo grado di appropriatezza, e al contempo, ridurre i rischi di mancate diagnosi.

Il principale obiettivo è quello di ridurre la variabilità nell’approccio dell’operatore sanitario al paziente con sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, stabilendo quello più appropriato attraverso una serie ben definita di processi. 

La procedura è destinata pazienti di età inferiore ai 14 anni che accedono ad una delle unità operative aziendali interessate dal protocollo: Pediatria, Otorinolaringoiatria e Odontoiatria.

"Siamo partiti dal documento elaborato nel 2016 dalla Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano su “La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osas)” in cui sono indicate le linee guida per prevenzione, diagnosi e terapia Considerata l’ampia variabilità di comportamenti tra i vari Centri a livello nazionale – hanno rimarcato gli specialisti dell’Aou di Sassari – abbiamo perciò deciso di elaborare un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) che, rispecchiando le indicazioni del documento Ministeriale, preveda indicazioni condivise sulla “presa in carico” globale del paziente in attuazione del principio di “equità” ed “universalità” delle cure. Dal momento che l’eziopatogenesi dei disturbi respiratori del sonno nel bambino è multifattoriale, anche l’approccio diagnostico e terapeutico deve essere multifattoriale e interdisciplinare”.

“Una volta che il Pdta diverrà operativo – proseguono – è auspicabile che esso trovi la massima diffusione, oltre che fra gli operatori direttamente coinvolti in ambito aziendale, anche tra quelli di altre strutture ospedaliere e dei servizi territoriali (pediatri di libera scelta, otorinolaringoiatri e odontoiatri), nonché tra i liberi professionisti con specifiche competenze su tali problematiche. Questo per favorire la creazione di una rete di interscambio delle diverse esperienze tra ospedale e territorio, nell'ottica di un miglioramento continuo della qualità delle prestazioni e delle cure offerte”.

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