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In Sardegna da anni si grida all’emergenza sanitaria, ma le urla disperate di operatori, amministratori locali e cittadini sembrano non servire a nulla.
“L’emergenza è stata aggravata dalla pandemia, ma le premesse erano precedenti, con la politica dei tagli, del blocco del turnover, con la centralizzazione esasperata di servizi e prestazioni, con il ridimensionamento (trasversale) del SSN e la deriva verso il sistema privatistico”.
A tracciare un quadro completo della situazione è il dottor Manuel Tanda, direttore dell’UOC Medicina del P.O. San Camillo di Sorgono, referente Cisl Medici per l’Assl di Nuoro e in prima linea insieme al Comitato per la difesa della salute Barbagia Mandrolisai.
LE CRITICITA’ “Gli organici del personale - spiega dott. Tanda - risultano in sofferenza per molte figure professionali, ma la criticità dirompente riguarda la carenza di medici specialisti, problema nazionale oltre che regionale, che ha messo in ginocchio le nostre strutture sanitarie. Trova la sua radice negli errori di programmazione degli accessi alle scuole di specializzazione e anche nel numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina. Non si è tenuto conto dell’età media elevata dei medici del SSN e quindi dei numerosi pensionamenti e delle condizioni proibitive di lavoro, dovute alla carenza stessa del personale, con spropositate ore di straordinario, impossibilità di ferie e aggiornamenti. Il risultato è stato l’anticipo dei pensionamenti, il trasferimento dei medici nelle strutture private o all’estero, il rifiuto della presa di servizio dei giovani medici nei Pronto Soccorso e nei reparti ospedalieri; la carenza riguarda anche i medici di base e la specialistica ambulatoriale”.
L’OSPEDALE SAN CAMILLO DI SORGONO Nello specifico, la situazione dell’ospedale San Camillo di Sorgono, ad esempio, da anni al centro di un sistema che sembra voler sventrare il presidio sanitario di ogni servizio possibile, è oggi quella che potrebbe definirsi a uno stadio finale.
“Il San Camillo, così come gli altri nosocomi a sede disagiata - ci spiega il dott. Manuel Tanda - patisce una carenza di personale molto datata. Sono state perse le garanzie previste dall’articolo 32 della Costituzione, dal DM 70 del 2015 e dalla ridefinizione della rete ospedaliera sarda del 2017 per gli ospedali a sede disagiata. L’UOC Medicina è ridotta ad un organico di 3 medici, più uno con esenzioni e il Direttore. La Chirurgia è ridotta a soli 2 medici di cui una esentata dalle reperibilità. Per quanto riguarda la nuova sala operatoria risulta ancora inutilizzata. Il Pronto Soccorso è stato declassato a Punto di primo intervento con possibilità di ricovero dei codici bianchi e verdi e non di quelli gialli e rossi generalmente appropriati. Infine, come se non bastasse, si assiste alla perdita degli anestesisti rianimatori, della radiologia h 24 e delle consulenze chirurgiche notturne”.
GLI APPELLI Una mozione del gruppo dei progressisti in Consiglio Regionale, che sollecitava il ripristino della funzione di ospedale del San Camillo, sembrerebbe rimasta lettera morta. Una missiva è stata indirizzata dal dott. Manuel Tanda, come segretario della Cisl Medici di Nuoro, proprio al Prefetto del capoluogo, così come un’altra comunicazione è stata inviata ai parlamentari sardi ed ai consiglieri regionali.
“Il risultato: non hanno sortito alcun effetto”.
LE DOMANDE Il dott. Tanda, dal momento che esiste una preoccupazione diffusa e che si rileva inerzia nella soluzione dell’emergenza, chiede risposta urgente alla Giunta Regionale circa alcune domande:
È stata quantificata con esattezza la carenza di medici specialisti in Sardegna?
Esiste una strategia per sopperire alla carenza di medici Specialisti?
È stata programmata l’assunzione di medici stranieri?
Nella ridefinizione della rete ospedaliera saranno previsti gli ospedali a sede disagiata?
È prevista e con quale tempistica, negli ospedali a sede disagiata la riqualificazione dei Punti di primo intervento a Pronto Soccorso?
Quali posti letto saranno sottratti agli ospedali pubblici per l’assegnazione al Mater Olbia?
LA CARENZA DI MEDICI “Tuttavia - ci tiene a chiarire il dott. Manuel Tanda - prevedendo che la carenza di medici specialisti durerà per anni e le soluzioni che verranno adottate non saranno sufficienti, sarà indispensabile il coinvolgimento del governo, in quanto la normativa attuale non permetterà di attuare provvedimenti efficaci, incorrendo nella mancata assicurazione dei livelli essenziali di assistenza e nell’interruzione di pubblico servizio. Si è del parere che occorreranno provvedimenti legislativi straordinari, con deroghe per almeno 3-4 anni, che consentano un immediato inserimento dei non specialisti, neolaureati, nelle strutture del SSN con contestuale iscrizione nelle scuole di specializzazione (competenza: Ministero della Salute e Ministero dell’Università e della Ricerca). Il tema è quello della responsabilità della presa in carico del paziente, che l’attuale normativa prevede solo per gli specialisti, ma che dovrà essere attribuita dopo periodo di affiancamento con un tutor anche ai neolaureati”.
IL DIRITTO ALLA SALUTE La speranza è quella che chi di competenza non risponda soltanto a queste domande, ma attivi in modo immeditato e concreto tutte le procedure per evitare che la situazione sanitaria in Sardegna continui a sprofondare nel baratro. Tamponare le emergenze non ha più senso, oggi più che mai è necessario programmare con cognizione di causa gli interventi necessari per garantire negli anni ai cittadini sardi il diritto alla salute.