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Carcere, linea internet a singhiozzo. Caligaris: “Le terapie salvavita per i detenuti sono a rischio”

L’allarme lanciato da Maria Grazia Caligaris, Socialismo Diritti Riforme

Carcere, linea internet a singhiozzo. Caligaris: “Le terapie salvavita per i detenuti sono a rischio”

Di: Alessandro Congia


“Nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta la rete internet non funziona continuativamente così troppo spesso, senza referti in tempo reale, anche le terapie salvavita per i detenuti sono a rischio”. 

Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, facendosi interprete del “disappunto dei sanitari, medici e infermieri, il cui impegno lavorativo e ruolo risultano compromessi dalla mancata comunicazione con i centri che effettuano le analisi”. 

“La situazione si protrae da tempo nonostante le ripetute segnalazioni all’Azienda Sanitaria al punto che spesso, in caso di un detenuto con sospetto infarto, l’assenza di un immediato riscontro sulle analisi del sangue, produce – sottolinea Caligaris – una condizione di emergenza difficile da gestire correttamente per poter scongiurare con certezza esiti nefasti. Attraverso la rete internet viaggiano infatti tutti gli esami di laboratorio e i referti radiologici questi ultimi particolarmente importanti qualora si riscontrino deficit respiratori (polmoniti, tbc ecc.) oppure il detenuto abbia ingerito oggetti pericolosi (batterie, cucchiaini ecc.) per cui è fondamentale intervenire con urgenza”. 

“La posta elettronica inoltre viene utilizzata per le relazioni mediche richieste dai Magistrati o le domande per accedere alla pensione di invalidità o ancora per le problematiche relative agli infortuni sul lavoro che non riguardano solo le persone ristrette ma anche tutti gli operatori della Polizia Penitenziaria. E’ incredibile che a quasi 5 anni dall’apertura della Casa Circondariale “Ettore Scalas” – osserva la presidente di Sdr– non siano stati risolti i problemi dei collegamenti via internet. Ancora più assurdo è che la linea sia garantita solo al settore della sicurezza come se la condizione sanitaria di circa 600 detenuti non debba riguardare la Asl”. 

“Dobbiamo purtroppo ricordare ancora una volta che i ristretti hanno diritto alla salute ma anche sottolineare che gli operatori sanitari della Casa Circondariale di Cagliari non sono di serie B. Ecco perché diventa urgente risolvere il problema garantendo una linea diretta per i referti. E’ impensabile che nel 2019 una persona a rischio vita non possa avere l’esito delle sue analisi attraverso una mail. Le strumentazioni ci sono spetta alla Azienda Sanitaria – conclude Caligaris – renderle fruibile restituendo serenità agli operatori, ai detenuti e ai loro familiari”.

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