Lanusei

Scandalo nell’ospedale di Lanusei: truffa nelle pubbliche forniture per la sanificazione

Ecco i nomi delle persone indagate

Scandalo nell’ospedale di Lanusei: truffa nelle pubbliche forniture per la sanificazione

Di: Redazione Sardegna Live


I Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Lanusei e della Stazione Carabinieri del Capoluogo hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 7 persone di Lanusei.

Nello specifico, viene contestato il reato di inadempimento e frode in pubbliche forniture con riferimento all’appalto per la sanificazione dei locali dell’Ospedale di Lanusei e degli altri presidi territoriali (tra cui le sedi del Servizio di continuità assistenziale – Guardia Medica) di competenza dell’ASSL di Lanusei. 

Per il referente sul territorio, inoltre, il reato di minaccia grave.

I nomi degli indagati, nelle attività coordinate dalla Procura della Repubblica di Lanusei (magistrato dr. Gualtiero Battisti) e condotte congiuntamente dai Carabinieri della Compagnia e della Stazione di Lanusei e dai Carabinieri del NAS di Sassari, sono:

Polizzi salvatore cl’84; Piroddi Sauro cl’77; Orrù Marcello cl ’85; Stocchino Massimiliano cl’80 Loi Antonello cl’93 Stocchino Rossano cl’74 e Farci Mattia cl’84.

Le indagini hanno avuto inizio nel mese di gennaio dell’anno corrente e sono partire dalle accuse di minacce perpetrate da ignoti contro i vertici dell’ASSL e da denunce incrociate, provenienti per un verso dai lavoratori della Società Cooperativa In Linea di San Cataldo (Provincia di Caltanissetta), la quale era risultata – a fine anno 2020 – aggiudicataria del predetto appalto per la sanificazione, per altro verso dai vertici dell’ASSL, relative in prima battuta a danneggiamenti dei macchinari utilizzati per la sanificazione, in secondo luogo a condotte gravemente inadempienti degli obblighi assunti – dalla Cooperativa – con l’aggiudicazione dell’appalto.

A conclusione delle attività d’indagine è emerso:

  • L’utilizzo di macchinari per la sanificazione con solo acqua, senza l’additivo – denominato Adantium Plus - richiesto dalla stazione appaltante come necessario (e peraltro unico di utilizzo consentito);
  • L’utilizzo di macchinari per la sanificazione diluendo in acqua un quantitativo del disinfettante Adantium Plus molto inferiore a quello previsto nella scheda tecnica per l’utilizzo dello stesso disinfettante e indicato, nelle condizioni di fornitura relative alla gara d’appalto, come di necessario rispetto;
  • L’utilizzo di macchinari per la sanificazione diluendo in acqua, un disinfettante diverso dall’Adantium e denominato Gesan, non previsto dalle condizioni di fornitura ed avente, minore efficacia (con riferimento agli specifici obiettivi perseguiti con la sanificazione ) nonché caratteristiche di maggiore tossicità e conseguente pericolosità ( tra l’altro in quanto il Gesan ha PH basico, e L’Adantium un ph fisiologico);
  • L’Introduzione acqua o Gesan o miscele di questi due prodotti all’interno delle boccette consumate di Adantium, in modo di simulare il versamento nei serbatoi dei macchinari per la disinfezione.

Tutto veniva commesso in una situazione che riguardava beni ed opere destinate ad ovviare al comune pericolo costituito dalla diffusione della pandemia di Covid-19

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