Cinque anni fa il meccanismo degli sbarramenti impedì qualsiasi rappresentanza in Consiglio regionale alla coalizione 'Sardegna possibile' della scrittrice Michela Murgia, nonostante le quasi 76 mila preferenze raccolte alle elezioni 2014: la sua candidatura a presidente ottenne il 10,30 per cento delle preferenze, ma le tre formazioni collegate al suo nome raggiunsero solo il 6,77 per cento. 

Lo stesso accadde a Mauro Pili, che con una coalizione indipendentista superò il 5 per cento, ma non la soglia richiesta del 10%. C'e' poi l'incognita del premio di maggioranza, che dipenderà dalla percentuale dei voti ottenuta dal candidato proclamato vincitore: se sarà compresa fra il 25 e il 40% dei voti validi (come appare probabile), il premio per governare sarà del 55% e si tradurrà in 33 seggi, contro i 27 assegnati all'opposizione. 

Se il vincitore otterrà il 40 per cento più uno, avrà, invece, il 60 per cento dei seggi in Consiglio regionale, com'è accaduto cinque anni fa, quando la legge statutaria elettorale fu applicata per la prima volta. Il sistema torna proporzionale solo in due casi: quando il vincitore e la sua coalizione supera il 60 per cento (altamente improbabile in questa tornata) o se nessuno supera il 25 per cento, eventualità che non si può escludere a priori. Si profila un voto frastagliato su cui potrebbe pesare anche una crescente astensione.