Cagliari

Carceri, Maria Grazia Caligaris scrive ai candidati Presidenti della Regione: "Si trovino soluzioni ai problemi delle Carceri in Sardegna"

La lettera del presidente dell'associazione "Socialismo Diritti Riforme" ai candidati

Carceri, Maria Grazia Caligaris scrive ai candidati Presidenti della Regione:

Di: Redazione Sardegna LIve


Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione “Socialismo Diritti Riforme”, che da anni si batte per trovare una soluzione per risolvere i problemi all'interno delle carceri sarde, invita chiunque vincerà, attraverso questa lettera, a tenere conto di questa situazione che va risolta.

“Le prossime consultazioni elettorali in Sardegna stanno evidenziando problematiche irrisolte, vecchie e nuove, di sicuro impatto economico, sociale e culturale a partire dalla disoccupazione, l’agricoltura, la continuità territoriale, la sanità, l’ambiente, il turismo, la qualità della vita. C’è però un argomento, di notevole peso nella vita di migliaia di cittadini, scarsamente tenuto in considerazione nel dibattito politico-elettorale. L’associazione SDR ritiene infatti che il Presidente eletto e la Giunta regionale (nonché il nuovo Consiglio) dovranno aprire una ‘vertenza’ con lo Stato per garantire il totale rispetto dei diritti dei cittadini privati della libertà e di quanti lavorano all’interno del sistema penitenziario isolano, a partire dai Direttori.

In Sardegna infatti c’è una situazione ‘storica’ che ha necessità di trovare una soluzione. Finora neanche il Governo del ‘cambiamento’ ha mostrato un atteggiamento diverso nei riguardi della nostra isola. Anzi si sono finora riscontrate costanti conferme su una linea che sembra delineare una visione dell’isola ‘colonia d’Italia e luogo di espiazione anziché di recupero e reintegrazione sociale’. Ecco perché chi otterrà dall’elettorato sardo l’incarico di Governatore regionale deve assumere l’impegno concreto di chiedere con forza al Ministro della Giustizia e al Premier Giuseppe Conte che ciascun Istituto Penitenziario sardo possa disporre di un Direttore in pianta stabile e di un Vice Direttore. Attualmente infatti ci sono 3 Direttori, con doppi e tripli incarichi: Patrizia Incollu (Sassari-Bancali e Nuoro Badu ‘e Carrus), Marco Porcu (Cagliari-Uta, Isili e Lanusei) nonché l’Ufficio Contenzioso del Provveditorato regionale; Simona Mellozzi, direttore aggiunto alla Casa Circondariale di Regina Coeli, con incarico temporaneo a Mamone e Is Arenas. Pierluigi Farci direttore a Oristano-Massama e Vice Provveditore; infine a Tempio, Caterina Sergio e ad Alghero Elisa Milanesi.

La carenza di responsabili delle carceri si aggiunge a quella degli Agenti della Polizia Penitenziaria, in numero gravemente insufficiente, e degli Educatori. In particolare negli ultimi mesi quotidianamente le diverse sigle sindacali hanno segnalato continue tensioni all’interno degli Istituti con atti lesivi verso gli Agenti in servizio e di autolesionismo da parte dei detenuti. Gli eventi più pesanti si sono manifestati nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta e di Sassari-Bancali, dove il numero dei ristretti è sempre oltre il limite della capienza regolamentare e il numero delle persone con problemi di tossicodipendenza e di natura psichiatrica sono elevati. Ma la situazione non è migliore in altre realtà come la Casa di Reclusione di Oristano-Massama in cui il personale carente e ‘anziano’ limita pesantemente le attività trattamentali creando condizioni di tensione che spesso sfociano in battitura di ferri e in scioperi della fame. C’è poi la questione della valorizzazione delle tre Colonie Penali.

Spetterà poi al Governo regionale rivedere l’organizzazione della Sanità Penitenziaria e della Rems, che non è sufficiente per affrontare le problematiche delle gravi malattie mentali. L’Associazione ‘Socialismo Diritti Riforme’ ritiene che la sicurezza nelle strutture penitenziarie risieda nella reale opportunità di avere interlocutori certi e sicuri nel tempo e nella possibilità per chi ha gravi disturbi mentali e/o di tossicodipendenza di accedere a strutture alternative. Un sistema penitenziario efficiente e rispettoso della Costituzione, delle leggi e delle circolari può offrire a tanti giovani laureati sardi occasioni di lavoro e a chi ha sbagliato e alla sua famiglia speranze di riscatto.

Un’ultima nota: da 20 anni è assente un Provveditore sardo dell’Amministrazione Penitenziaria. L’ultimo, Francesco Massidda, è andato in pensione nel 2010. E’ giunto il momento che il nuovo Governo regionale si impegni affinché il Ministro della Giustizia assegni un incarico di Dirigente Generale a un sardo o a una sarda che conosce il territorio, i colleghi, potenzialità e criticità della realtà detentiva isolana”.

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