In Sardegna

Regionali, Umberto Oppus: “La politica? Se non è dalla parte della gente ha già perso”

Giornalista, scrittore, politico e acceso sostenitore delle “battaglie” sul riconoscimento dell’identità sarda

Regionali, Umberto Oppus: “La politica? Se non è dalla parte della gente ha già perso”

Di: Alessandro Congia


«Una delle domande più ricorrenti che in questi giorni mi fanno è abbastanza palese, perchè ti candidi a queste elezioni regionali? La scelta, per chi da sempre ama la politica e che ha deciso di scegliere come base dei suoi studi universitari, è ovvia. Candidarsi alla competizione regionale è offrire, in questo particolare momento storico, un bagaglio di competenze al servizio della comunità». 

Umberto Oppus, 46 anni, scende in campo tra la gente, così come ama definire il suo preciso compito di amministratore, scrittore e giornalista: “Dal punto di vista strettamente istituzionale – dice Oppus - dopo aver fatto il consigliere comunale, il consigliere provinciale e il sindaco è l'evoluzione di un percorso che, in questi 24 anni, mi ha fatto maturare ma soprattutto mi ha fatto acquisire notevoli competenze sul piano della competenza amministrativa e della maturità politica. Per quanto riguarda, invece, il bagaglio di professionalità è indubbio che essendo Direttore di Anci Sardegna da ben 12 anni ho acquisito una serie di competenze che possono essere messe  a disposizione della Sardegna e della sua popolazione”. 

La passione per i libri 

“Terzo elemento, ma non meno importante – afferma Umberto Oppus - è il fatto che quest'anno ho festeggiato la pubblicazione del mio venticinquesimo libro di storia che, oltre a confermare la mia grande passione di ricercatore storico, è la base culturale per una proposta politica che si basi sulla cultura e su una solida base di conoscenza della storia, della cultura e dell'identità sarda. Ecco la risposta ad una scelta che mi vede al fianco del Presidente Christian Solinas. La cosa che mi colpisce di più è il fatto che io, abituato a girare giorno per giorno la Sardegna, in questo periodo vedo i nostri paesi, alla classica scadenza dei cinque anni, rianimarsi con candidati che conoscono finalmente le nostre contrade e le nostre realtà. Ecco, in questo, sento di differenziarmi perchè essere tra la gente è una delle mie prerogative quotidiane”. 

“Sul candidarmi poi nasce una nuova domanda: quali proposte? E' evidente che nel caso di elezione, come ho già dimostrato da sindaco di Mandas, la competenza sarà unita alla praticità e quindi tradurre in azioni concrete le proposte e i programmi politici. Una cosa voglio, comunque sottolineare: in queste campagne elettorali ci si è dimenticati che l'elettore non solo contribuirà a scegliere i 60 futuri consiglieri regionali, ma porterà fra gli scranni di via Roma 60 nuovi legislatori. Oggi più che mai è opportuno ricordare a tutti che chi viene scelto dovrà essere protagonista della pratica legislativa e quindi tradurre in norme il futuro della nostra Sardegna”. 

La Sardegna? Capitale del Mediterraneo

“Quali sono le mie proposte? Sono varie ma le sintetizzo in alcuni punti a partire dalla scuola. E'assurdo, infatti, che una regione a Statuto Speciale non abbia una propria legge sulla Scuola sarda. Partirei da qui per passare poi alla istituzione dell'Agenzia sarda della Cultura (così da gestire in maniera coordinata monumenti, aree archeologiche, chiese, palazzi storici, etc), alla nuova legge per innovare e rinnovare il Corpo Forestale della Sardegna, una nuova riforma agraria che porti realmente la nostra isola a diventare leader nel Mediterraneo per le sue produzioni. Il tutto scrivendo pagine, nuove e positive, sulla continuità territoriale (il nostro svantaggio dell'essere un'isola deve diventare un vantaggio), sulla zona franca, sulle politiche del turismo e sull'ambiente. Un capitolo a parte dovrà essere riservato alle Politiche Sociali e alla sanità due sorelle che devono camminare in maniera coordinata. Ultimo, ma perchè deve essere il pilastro di tutto, la creazione di lavoro e di occupazione. Senza lavoro non abbiamo futuro, senza occupazione i nostri paesi continuano a spopolarsi. Ecco perchè i fondi europei vanno spesi bene e subito per creare sviluppo e un indotto vero, forte e reale. Con un sogno: fare della Sardegna la capitale del Mediterraneo”. 

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