In Sardegna

Carceri, Michele Cireddu Uil-Pa Polizia Penitenziaria: “Un 2018 critico, il Governo dia segnali concreti”

Il sindacato Uil-Pa: "Scenari di emergenza quotidiana, ma la Polizia Penitenziaria sarda ha dimostrato grande capacità. Ci aspettiamo interventi concreti da parte del Governo"

Carceri, Michele Cireddu Uil-Pa Polizia Penitenziaria: “Un 2018 critico, il Governo dia segnali concreti”

Di: Alessandro Congia


E' tempo di bilanci anche per gli Istituti penitenziari della Sardegna, un 2018 travagliato che ha visto numerosi episodi di violenza, un susseguirsi di eventi critici che hanno portato spesso alla ribalta della cronaca il sistema penitenziario sardo. Tracciamo un bilancio per quest’anno che volge al termine con il segretario generale della Sardegna della Uil-Pa Polizia Penitenziaria, Michele Cireddu. (A.C.) 

Puo' darci un resoconto sulla situazione delle carceri sarde? Abbiamo registrato numerosi eventi critici nell'arco dell'anno, quali possono essere i motivi? 

"Il bilancio per il 2018 purtroppo non possiamo ritenerlo positivo, gli eventi critici sono in aumento soprattutto negli Istituti di Cagliari e Sassari dove sono allocati tra gli altri anche i detenuti appartenenti al circuito media sicurezza, che comprendono numerosi soggetti con problemi psichiatrici. La chiusura degli OPG senza aver previsto delle alternative adeguate (esistono le rems con posti ricettivi assolutamente inadeguati) hanno di fatto trasformato gli Istituti penitenziari in meri contenitori per i casi più difficili determinando così il caos nelle sezioni detentive.

Credo sia stato un gravissimo errore perchè l'Istituzione carcere non ha gli strumenti adeguati per far convivere detenuti con gravi problemi psichiatrici insieme a quelli  di elevato spessore criminale. Il Poliziotto penitenziario ormai deve essere professionalmente poliedrico, deve saper gestire dei casi sempre più difficili e sconosciuti. In Sardegna è infatti radicalmente cambiata la tipologia dei detenuti, abbiamo appartenenti alle associazioni terroristiche internazionali, i vertici delle associazioni criminali italiane, inoltre  troppi detenuti facinorosi vengono trasferiti dalle altre regioni della penisola dove hanno letteralmente creato lo scompiglio. E' quindi difficile riuscire a contenere un "onda anomala dalle proporzioni enormi che si è abbattuta sugli Istituti penitenziari sardi". 

Più volte avete denunciato delle carenze numeriche del personale e logistiche, sono arrivati interventi da parte dei vertici dell'Amministrazione? 

"Purtroppo le carenze organiche continuano a creare un ulteriore punto di criticità, se da un lato la Sardegna è costretta ad accogliere migliaia di detenuti da ogni parte d'Italia pretendiamo che le carenze di organico negli Istituti siano colmate. E' scandaloso inoltre che ancora nell'Istituto di Sassari dove sono presenti detenuti di grandissimo spessore criminale, non siano stati assegnati un Direttore ed un Comandante in pianta stabile, anche gli Istituti di Tempio , Isili, Lanusei, Oristano, Mamone non sono gestiti da un Direttore in pianta stabile, di fatto 6 Direttori si dividono in 10 Istituti e già questo la dice lunga sull'attenzione del Dipartimento sui problemi della regione. Ci sorprende inoltre la mancanza di risposte da parte dei maggiori esponenti del Governo nelle provincie, in merito alla mancata assegnazione dei repartini detentivi negli ospedali esterni e per la mancata previsione di locali idonei da utilizzare come appoggio negli aeroporti cittadini e nei tribunali. Su questo punto abbiamo iniziato una serie di interventi e continueremo sino a quando non arriveranno risposte concrete. Si sono verificati durante l'anno diversi episodi di aggressione a danno dei nostri Agenti negli ospedali esterni, è stata messa a serio rischio anche l'incolumità degli altri pazienti e del personale sanitario, è davvero incredibile che davanti ad una situazione di rischio concreto per la sicurezza pubblica le Istituzioni stiano ancora tergiversando. Crediamo siano rischiosissime anche le modalità con cui i detenuti transitano negli aeroporti e nei tribunali, oltre ai rischi per la sicurezza, senza idonei locali è impossibile sottrarre i detenuti dalla curiosità dei cittadini e mantenere la riservatezza degli spostamenti”. 

Con l'arrivo del nuovo anno che interventi vi aspettate per migliorare la situazione? 

"Il nuovo Governo ha speso parole incoraggianti per il sistema penitenziario. Il nuovo Capo del Dipartimento di recente si è recato in Sardegna ed ha incontrato i Sindacati, ha dimostrato di conoscere le maggiori problematiche che attanagliano la regione e  ha promesso quegli interventi che auspichiamo da tempo. Noi saremo vigili e continueremo a segnalare le problematiche, coinvolgendo come abbiamo sempre fatto l'opinione pubblica, i mass media, le altre Istituzioni perchè siamo fermamente convinti che il pianeta carcere, anche se circondato dalle mura, sia più vicino ed influenzi le dinamiche della società esterna più di quanto si possa immaginare.

Riuscire ad abbattere la recidiva è un risultato che può portare a vivere in un paese più tranquillo e sicuro, garantire l'efficienza e permettere di svolgere il lavoro con mezzi, strumenti e locali adeguati ad  un Corpo di Polizia dello stato è un importante passo per garantire la sicurezza dei cittadini, permettere ai detenuti di scontare la pena in maniera idonea è uno dei punti che possono permettere al nostro paese di essere considerato civile.

Abbiamo coinvolto spesso la classe politica nelle difficoltà della Polizia Penitenziaria, a volte abbiamo ottenuto un interesse vero, altre volte moderato, raramente un disinteresse totale, continueremo ad interessare la politica nell'esclusivo interesse dei lavoratori e dei cittadini”. 

Sindacalmente, oltre a denunciare le varie problematiche e chiedere l'intervento delle Istituzioni, cosa avete fatto a beneficio dei lavoratori? 

"Spesso ci siamo sostituiti all'amministrazione per fornire degli strumenti per migliorare l'attività lavorativa dei nostri poliziotti, abbiamo organizzato dei corsi di formazione ed aggiornamento coinvolgendo e trovando la disponibilità da parte di docenti luminari nel proprio settore, sono state trattate materie utilissime, come le malattie professionali, gli interventi di primo soccorso , ci apprestiamo ad organizzare con il nuovo anno dei corsi di difesa personale e per contenere in maniera corretta i soggetti facinorosi per eliminare e ridurre i numerosissimi casi di aggressione a danno dei nostri poliziotti.

Per garantire una certa sicurezza sul lavoro, abbiamo inoltre stipulato un assicurazione per risarcire i danni per responsabilità civile da colpa grave connessa all’attività professionale e per risarcire gli incidenti stradali causati anche per colpa grave. Chi svolge i servizio al Nucleo traduzioni e piantonamenti può comprendere la portata di tale assicurazione. Abbiamo inoltre  incontrato i Prefetti delle provincie per cercare di sensibilizzare il Governo sulle problematiche dei nostri Poliziotti, abbiamo cercato di dare risalto, grazie ai mass media regionali, (sempre attenti alle dinamiche del sistema penitenziario), alle grandi attività svolte dai colleghi che definiamo veri e propri eroi silenziosi. Salvare vite umane con una frequenza inverosimile, riuscire a gestire soggetti estremamente problematici, svolgere operazioni di intelligence e attività di Polizia Giudiziaria di grande rilievo, svolgere l'osservazione scientifica dei detenuti per fornire elementi di valutazione all'Autorità giudiziaria, partecipare e fornire degli elementi determinanti in occasione dei vari comitati interforze per l'ordine e la sicurezza pubblica, sono dinamiche quotidiane che nelle altre Forze di Polizia sarebbero osannate quotidianamente.  Un dato tristemente realistico crediamo però renda l'idea di cosa significhi essere un agente di Polizia Penitenziaria: 1 solo agente deve spesso gestire in solitudine delle sezioni detentive dove sono presenti centinaia di detenuti, una proporzione che non ha paragoni e che ci spinge a chiedere l'intervento delle Istituzioni per evitare possa essere considerata normalità”.

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