Banari

Il dibattito sul prezzo del latte apre Carrelas in Festa

Coldiretti: «Per uscire dalla crisi serve un patto di responsabilità tra tutti gli attori della filiera»

Il dibattito sul prezzo del latte apre Carrelas in Festa

Di: Antonio Caria


Un patto che garantisca una remunerazione equa a tutti gli attori della filiera. È questa  la proposta che è stata avanzata ieri mattina a Banari dal presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu.

Un’idea già stata condivisa con le altre organizzazioni agricole e che è stata al centro dell’annuale dibattito dedicato alle problematiche del mondo agropastorale ha aperto la decima edizione di Carrelas in festa a Banari.

Nella sala polivalente erano presenti, oltre al Sindaco Antonio Carboni, anche il presidente dell’Oilos Salvatore Pala, del Consorzio di tutela del Pecorino romano Salvatore Palitta del Consorzio di tutela del Pecorino romano, Giommaria Pinna dell’industria casearia omonima di Thiesi, una decina presidenti di cooperative e oltre 100 pastori provenienti da tutta la Sardegna.

Al convegno, moderato dal giornalista Pasquale Porcu hanno preso parte anche i due docenti universitari di Sassari Roberto Furesi e Giuseppe Pulina, che hanno presentato alcuni dati sul settore in cui si dimostra che occorre aggregazione e programmazione seria per uscire dalla crisi, il direttore del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese e l’assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria.

Tutti hanno rimarcato un punto focale: il fatto che occorre stabilizzare e programmare le quantità di latte da trasformare in Pecorino romano, formaggio da cui dipende il prezzo del latte.

Già dagli anni scorsi il Consorzio del Pecorino romano ha stabilito le quote per ogni caseificio, ma per via anche delle sanzioni irrisorie nessuno, o quasi le ha rispettate. Quando il prezzo tira c’è la corsa alla sua produzione, anche perché è più semplice da trasformare e da conservare.

E mentre la produzione di latte è rimasta più o meno invariata, come emerso anche dai dati raccolti da Agris, nel 2018 (dato Oilos)  la produzione dei pecorini è stata di 550 quintali, dei quali 340 di Pecorino romano (60mila quintali in eccedenza rispetto a quelli che richiede il mercato), 20mila quintali di Perorino sardo Dop, 7mila di Fiore sardo Dop e il restante in cotti e semicotti senza denominazione protetta.

Il prezzo del Romano nell’anno solare in corso è passato dai 7,50 euro/kg di gennaio alle offerte attuali che sono intorno ai 5,40.

«In un anno – ha sottolineato il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba commentando i dati diffusi dal rapporto Istat – Qualivita – dal 2016 al 2017 il Pecorino romano ha perso 100 milioni di euro, passando da 251 a 155 milioni (-38%), l’unico prodotto a denominazione di origine tra i primi 15 italiani a registrare una perdita cosi consistente. Ci sono oscillazioni di prezzo troppo grandi e sempre più repentine. Per questo occorre programmare e occorre farlo cominciando dai dati, conoscendo anche quelli degli altri pecorini, non solo del Pecorino romano: che tipi di formaggi si producono, a quanto sono venduti. Servono regole certo. Per questo è fondamentale che tutti si assumano le proprie responsabilità e lo facciano palesemente»

«È finito i tempo delle parole, – ha detto Cualbu – dei documenti sottoscritti e non rispettati. Non c’è mercato e regole che tengano, dobbiamo essere consapevoli che siamo noi tutti, intesi come filiera, i responsabili del nostro destino. Quindi ci dobbiamo sedere ad un tavolo, guardarci negli occhi e prendere pubblicamente degli impegni. Chi non sottoscrive questi impegni o non li rispetta lo deve fare alla luce del sole sapendo che sta arrecando dei danni a se stesso e a tutto il comparto”. Parole condivise dal direttore del Banco di Sardegna: “ogni anno sono destinati al settore agricolo dalla banca 500 milioni di euro. Ma questi non sono andati e non vanno a chi non rispetta le regole. I diversi strumenti che abbiamo messo in campo per il settore non sono destinati alle eccedenze di romano».

Secondo questo patto, scaturito dalla collaborazione con le altre organizzazioni agricole e l’Oilos, si prevede un prezzo di acconto per i primi tre mesi del 2019 di 70mcentesimi più iva. Prezzo da ricontrattare ogni tre mesi, quando il tavolo di filiera dell’assessorato all’agricoltura verifica le quantità di latte e formaggi prodotti, in modo da poter intervenire in tempo reale per correggere eventuali storture. Altro punto è il rispetto delle quote di produzione di Pecorino romano. «Purtroppo non ci sono regole che tengano – ha detto il presidente del Consorzio del Pecorino romano Palitta – per questo sottoscrivo la necessità di un patto etico».

Per l’Assessore Caria, «Nei numerosi tavoli di incontro organizzati in questi mesi in Assessorato con cui ci siamo trovati con i principali portatori di interesse del settore, abbiamo sempre ribadito la necessità di garantire stabilità al settore lattiero-caseario dell’ovicaprino. Abbiamo ricordato, con dati ufficiali alla mano, che non esiste una sovrapproduzione di latte, ma che è invece necessario intervenire con una programmazione delle trasformazioni capaci di assicurare equilibrio al settore, dove a pagare le fluttuazioni degli andamenti di mercato sono sempre i produttori primari, i pastori. La proposta, che ribadisco ancora oggi, è quella di fissare una forbice del prezzo del latte, per almeno i prossimi 3 o 5 anni, sulla media di quanto è stato pagato ai pastori negli ultimi 5 anni: un dato che dovrebbe quindi muoversi fra gli 80 e gli 85centesimi di euro a litro. A questo è inoltre necessario affiancare un premio che valorizzi la qualità, attraverso la costituzione di apposite griglie produttive, dove chi investe per il raggiungimento di un latte di eccellenza riesca ad avere ricavi maggiori. Entro la fine dell’anno – ha aggiunto l’Assessore – fisseremo un nuovo incontro ristretto, con i principali rappresentanti della filiera, nel corso del quale si arrivi alla definizione di una proposta condivisa da tutti gli attori. Un accordo in cui la politica sosterrà i soggetti che prenderanno gli impegni con l’obiettivo finale di assicurare stabilità per tutti e in particolare tutelando i pastori. O si interviene in questi termini – ha concluso Caria – o tutti gli strumenti messi in campo dalla Regione, uno per tutti il Pegno rotativo, si riveleranno non sufficienti a governare un mercato dove o si impongono delle regole o si rischia di perdere tutto nel giro di qualche decennio».

«Chi non lo condivide però – ha avvertito Cualbu – lo deve dire pubblicamente, cosi come sarà pubblico chi non lo ha rispettato. In gioco c’è tutto i comparto quindi è arrivato il momento in cui tutti devono assumersi le proprie responsabilità, sapendo che è fondamentale per il bene di tutti remare dalla stessa parte”. 

L’incontro si è concluso con la proposta di convocare a breve termine, possibilmente prima delle festività natalizie, tutti gli attori della filiera per sottoscrivere il patto.

Correlati

Il nuovo shop di Sardegna Live

SardegnaLive mette in vendita una serie di prodotti tipici dell’Isola, scopri i cesti regalo, i prodotti per il corpo ed i gadget nel nostro shop online.

Scopri lo shop