Cagliari

Rapina fallita, quarto uomo in manette: è Davide Sau, fratello del giocatore del Cagliari

Un blitz a Is Mirrionis, un nascondiglio in via Is Maglias, dove i poliziotti hanno sequestrato il kit per compiere le rapine: armi, indumenti, droga, esplosivo

Rapina fallita, quarto uomo in manette: è Davide Sau, fratello del giocatore del Cagliari

Di: Alessandro Congia


La Polizia di Stato ha arrestato Davide Sau, nativo di Sorgono, classe 1985, residente a Tonara, domiciliato a Cagliari, pregiudicato. 

Nella tarda serata di ieri, il personale della Squadra Mobile e dell’UPGSP – Squadra Volante della Questura di Cagliari ha proceduto all’arresto in flagranza del giovane ritenuto responsabile di detenzione illegale di materiale esplosivo detenzione illegale di armi comuni da sparo e munizionamento, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. 

La base

Da informazioni acquisite, dopo gli arresti operati lo scorso 3 novembre a carico di  Michele Pili, nato ad Aritzo il 6 giugno 1977,  Mario Calledda, nato a Sorgono l’11 ottobre 1980, Angelo Pisano, nato a Cagliari il 21 giugno 1972, ritenuti responsabili della tentata rapina aggravata in pregiudizio di Alberto Melis, l’attenzione investigativa è stata orientata verso l’individuazione della base logistica utilizzata dagli indagati, come luogo di rifugio e di custodia.    In seguito ad alcuni riscontri i poliziotti hanno perquisito l’abitazione di Sau, in via Is Maglias n.21 e nel pertinente garage, dove è stato rinvenuto tra l’altro il seguente materiale: 1 pistola Beretta calibro 7,65 matricola “B92346W”, con relativo caricatore rifornito di 8 proiettili dello stesso calibro, risultata provento di furto in abitazione in data 30.05.2017; una pistola marca Bruni modello 92 cal.9 mm. con la canna modificata, e relativo caricatore rifornito con 4 proiettili calibro 38; 37 cartucce calibro 7,65 e 52 cartucce calibro 9 x21 ed 8 calibro 380; 5 buste in cellophane del tipo sottovuoto contenente sostanza stupefacente vegetale essiccata del tipo Marijuana, per un peso complessivo di circa 3 Kg.;  una confezione di colore bianco di forma cilindrica, lungo 460 mm e con diametro di60 mm., per un peso complessivo di kg 1,560, contenente esplosivo commerciale, comunemente usato per lavori di sbancamento in cave, del tipo “EXEM 100; vari caschi da motociclista del tipo jet ed uno integrale, indumenti per il travisamento, guanti e fascette da elettricista; diverse targhe di veicoli, anche di motoveicoli della Polizia Municipale, provento di furto. Inoltre nel corso della perquisizione è stato rinvenuto un manufatto in pietra verosimilmente riconducibile all’Era Neolitica, rappresentante la “Dea Madre”, avvolta con materiale di protezione per imballaggio, su cui verranno richiesti gli accertamenti di specifica competenza. 

La perquisizione presso l’abitazione e nel box auto veniva eseguita unitamente al personale dell’unità cinofila della Guardia di Finanza con cane a.d. “Ambra matricola GF-3745”e alla Squadra Artificieri  e  Antisabotaggio con cane a.d. “ABBA matricola GF-4147”. 

Sono in corso ulteriori approfondimenti al fine di verificare l’eventuale riconducibilità di quanto rinvenuto al citato gruppo criminale per la pianificazione della rapina. Premesso quanto sopra il Sau è stato tratto in arresto per i delitti specificati, nonché denunciato per il reato di ricettazione. 

Le indagini lampo

C’è un quarto uomo componente del sodalizio criminale finito in manette: si tratta di Davide Sau, fratello dell'attaccante del Cagliari Marco. Secondo gli investigatori della squadra Mobile, coordinati dal dirigente Marco Basile e dai colleghi della sezione Antirapine, guidati dal commissario Michele Mecca, Sau faceva parte della banda che voleva sequestrare il ristoratore di Antica Cagliari, Alberto Melis per rapinarlo degli incassi e degli oggetti di valore custoditi nella sua abitazione.

Il nuovo arresto compiuto nelle ultime 24 ore dalla Polizia di Stato chiude il cerchio su coloro che nell’Isola pianificavano rapine, soprattutto ai danni di vittime agiate.  Michele Pili (41 anni di Aritzo), Mario Calledda (38, di Sorgono ma residente a Sestu) e il cagliaritano Angelo Pisano (46) – tuttora reclusi in carcere a Uta – avevano insomma una centrale operativa dove pianificare i colpi. Sau non è nuovo agli onori della cronaca in fatto di rapine messe a segno e pianificate con cura: a Mamoiada a casa di un vedovo 92enne aveva partecipato al colpo sottraendo 5.500 euro dalla casa del pensionato.

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