Cagliari

Ospedale di Ghilarza. Luigi Arru: «Nessuna volontà di dismettere, semmai è vero il contrario»

Stamattina l’incontro con il Comitato di cittadini

Ospedale di Ghilarza. Luigi Arru: «Nessuna volontà di dismettere, semmai è vero il contrario»

Di: Antonio Caria


«Non c’è alcuna volontà di dismettere, né l’ospedale di Ghilarza né gli altri piccoli ospedali della Sardegna. Semmai è vero il contrario. Di comune accordo con il Consiglio regionale, la Giunta si oppone a quanto stabilito dal Decreto ministeriale n. 70/2015».

È quanto dichiarato questa mattina dall’assessore della Sanità Luigi Arru nel corso di un incontro in Consiglio regionale con il Comitato di cittadini, al quale hanno preso parte il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau, i capigruppo, i consiglieri regionali dell’Oristanese e il Sindaco Alessandro Marco Defrassu.

«Stiamo cercando di tutelare ciò che il Ministero della Salute ci contesta – ha spiegato Arru – e cioè la presenza di un piccolo ospedale a poca distanza da Nuoro e Oristano. Ci sono alcune criticità, è vero, ma stiamo lavorando per superarle, a cominciare dallo scorrimento delle graduatorie per far fronte alle carenze delle piante organiche. Guardiamo sia alla tutela dei cittadini, sia alla salvaguardia dei livelli occupazionali. Non può essere vissuto tutto come un complotto contro una specifica comunità, e non è vero che si guardi soltanto alle realtà più grandi, perché l’Areus ha sede a Nuoro ed è un modello di gestione molto importante dell’emergenza-urgenza. Girando per i territori ho avuto la sensazione che si tenda sempre a enfatizzare i fattori negativi, dimenticando ciò che di positivo è stato fatto e si sta facendo».

«Una riforma così importante, com’è quella della sanità, comporta ovviamente resistenze e reazioni. Però bisogna fare valutazioni serene sulla base dei dati reali – ha aggiunto l’Assessore-. “A Ghilarza, per esempio, penserei ad un accentramento delle competenze sulle malattie legate all’invecchiamento , come la demenza senile, anche in considerazione dell’età media piuttosto elevata della popolazione di quel territorio. Purtroppo abbiamo una visione della sanità che non possiamo più permetterci: occorre modificare l’approccio, anche alla luce delle novità sotto il profilo medico-scientifico. In alcuni casi, per esempio, non è più necessario ricorrere a lunghe degenze ospedaliere come accadeva in passato, e di questo dobbiamo tenere conto quando facciamo certe valutazioni».

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