In Sardegna

Pili: “L’elisoccorso è uno scandalo, non vola di notte”

"Ecco la mappa riservata in mano ai piloti - sostiene il leader di Unidos - un disastro, ovunque mancano le autorizzazioni dell’Enac"

Pili: “L’elisoccorso è uno scandalo, non vola di notte”

Di: Alessandro Congia


“Si passa dall’elisuperficie del circolo canottieri di Bosa dove l’area va ripulita dalla vegetazione sino ad arrivare all’ospedale di Sassari dove non c’è un sistema di illuminazione e non risulta certificato da Enac per il notturno. Da Siniscola dove l’elisuperficie è costeggiata da una linea elettrica dell’alta tensione senza segnalazione con luci ostacolo sino a Tempio Pausania dove l’ostacolo è la mancata recinzione di un parcheggio con il rischio di poterlo trovare non sempre libero per l’atterraggio. Passando per Cagliari dove l’ospedale Marino risulta interdetto per atterraggio notturno e il Brotzu che non risulta autorizzato dall’Enac e a metà luglio risultava ancora non verificata l’esistenza dell’illuminazione. Una mappa dettagliata, ovviamente confidenziale, datata 17 luglio 2018 in mano ai piloti dell’elisoccorso. Nessun timbro ma solo un documento confidenziale e riservato, l’unico a disposizione per gestire un appalto da 90 milioni di euro. A questo si aggiunge che tutte le principali elisuperfici sono prive di autorizzazione all’atterraggio notturno da parte dell’Enac. Un quadro disarmante e scandaloso che conferma l’intento propagandistico fine a se stesso di un servizio che esclude totalmente di fatto il soccorso notturno in gran parte dell’isola e soprattutto i centri ospedalieri principali”. 

Lo ha denunciato il leader di Unidos Mauro Pili divulgando il rapporto confidenziale nella disponibilità del personale dedicato all’elisoccorso dal quale si evince la gravità della situazione legata alle elisuperfici in Sardegna. 

“La mappa che emerge conferma che l’appalto è partito con gran parte delle elisuperfici inutilizzabili nelle ore notturne e comunque con una generale approssimazione spaventosa. Tenteranno di confutare questo documento confidenziale ma la situazione può essere facilmente riscontrata attraverso il sito ufficiale dell’Enac da cui si evince che gran parte, se non tutte, le elisuperfici non risultano autorizzate per il soccorso sanitario e tantomeno per il volo notturno. La conferma più drammatica di questa situazione – prosegue il leader di Unidos - è quella che ha visto drammaticamente protagonista una donna di Galtelli costretta in codice rosso a percorrere143 kmdi strada in ambulanza per l’impossibilità dell’elicottero di mettersi in volo considerata l’ora. Tutto questo viene abbondantemente nascosto con tentativi davvero inaccettabili di propagandare un numero di interventi che appare agli occhi di tutti funzionale solo alla copertura di negligenze e inefficienze. Si fanno comunicati stampa citando numeri di intervento ma si omettono, come nel caso di Galtelli, tutte le deficienze gravissime di un servizio nato con il solo spirito propagandistico. 90 milioni di euro impegnati per un servizio che non opera dal tardo pomeriggio (anche prima dell’imbrunire) sino all’indomani mattina. È evidente che siamo dinnanzi ad una situazione insostenibile che mette quotidianamente a rischio l’incolumità pubblica. È indispensabile che Enac metta immediatamente mano ad una situazione che rischia di degenerare. Si faccia chiarezza sulle autorizzazioni notturne e su quelle relative al soccorso sanitario. Si pubblichi la mappa ufficiale delle superfici destinate al soccorso con elicottero e si eviti di affidare all’improvvisazione tale delicatissimo servizio. La mappa che pubblico è l’unica nelle mani degli operatori e dimostra che si tratta di un quadro disastroso di una gravità inaudita. È fin troppo evidente che tale situazione non lascia spazio ad ulteriori repliche. Sarebbero solo mere difese d’ufficio mentre servirebbero azioni concrete e verificabili sul campo. Chiunque – ha concluso Pili - può riscontrare nel dettaglio quanto nella mappa confidenziale è indicato. Ogni altro commento sarebbe superfluo e inutile. Non possiamo affidare la sanità sarda a tale approssimazione e incapacità disarmante”.

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