Cagliari

Medici specializzandi in ‘stand by’. Sorgia: “Chirurgia generale non accreditata, burocrazia farraginosa”

Il risultato è che parecchi medici formati a Cagliari saranno costretti ad andare a specializzarsi in altre sedi nazionali ed estere, e di questi 99 su 100 poi non rientreranno

Medici specializzandi in ‘stand by’. Sorgia: “Chirurgia generale non accreditata, burocrazia farraginosa”

Di: Alessandro Congia


 Dall’anno scorso il sistema di accesso alle scuole di specializzazione di medicina è stato modificato inserendo un sistema di accreditamento preliminare che è stato affidato ad un Osservatorio Nazionale composto da  docenti universitari e nominato dal MIUR.

 "Il sistema - fa notare il consigliere comunale del Gruppo Misto, alessandro Sorgia -  aveva la finalità di migliorare la formazione degli specializzandi ed ha portato a fissare dei parametri assistenziali come il numero di ricoveri, numero di prestazioni, numero di interventi, didattici,  quali la presenza di docenti di prima e seconda fascia della materia, e scientifici come citazioni, pubblicazioni e altri parametri che vengono utilizzati a fini concorsuali.

L’anno scorso - prosegue Sorgia - la procedura ha avuto dei tempi estremamente rapidi, non tenendo nella debita considerazione che si trattava per tutti della prima esperienza in tal senso, con la comprensibile commissione di errori, derivanti in particolare  dalla poca chiarezza fornita dalle istruzioni in merito; in pochissimi giorni venivano fatte delle osservazioni e con la medesima fretta (per esempio in un fine settimana da venerdì a lunedì) veniva data la possibilità di correggere gli errori materiali; alcune cose l’anno scorso non sono state perfettamente comprese e, per tale motivo, anche le spiegazioni date sono state spesso non soddisfacenti.

     L‘anno scorso la scuola di specializzazione in  Chirurgia generale, una delle più importanti, risultò inspiegabilmente non accreditata, con la conseguente mancanza di nuovi ingressi sulla base di osservazioni dell’osservatorio non risultate chiarissime, ma che facevano riferimento a criticità presenti nel sito Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) per il 2015 e non meglio precisate.

     Quest’anno la procedura è partita in anticipo rispetto all’anno precedente e la scuola ha superato le prime fasi, in particolare ha evidenziato una rete formativa ed un numero di intervento più che sufficienti tanto da potere formate sino a 9 specializzandi, ha superato anche l’esame del corpo docente giudicato di ottimo livello, ma al momento dell’esame dei dati Agenas ci si è accorti che ci si doveva incredibilmente riferire agli stessi dati dell’anno precedente 2015 (dove erano presenti criticità), dato che quelli aggiornati non erano disponibili.

     Alla facoltà ed al coordinamento della scuola di specializzazione è stato chiesto di dare spiegazioni documentali e fare un piano di adeguamento: la richiesta è stata fatta il venerdì con scadenza il lunedì mattina alle 11.

     Nonostante i tempi strettissimi, quest’anno si è riusciti ad individuare il problema che era relativo ai dati della chirurgia della mammella; su questo punto sono stati dati precisi chiarimenti da parte del coordinatore della scuola, dal direttore Generale della AOU e dall’Assessore alla Sanità.

     In particolare una criticità era già stata rilevata dall’azienda e corretta trattandosi unicamente di una errata codifica delle schede di dimissione ospedaliera.

     Le spiegazioni date, pur precise e autorevoli, non sono state considerate sufficienti e, seppure da fonti non ufficiali, si è venuti a conoscenza che anche quest’anno la scuola non è stata accreditata.

      Ancora di più dell’anno precedente si ha la netta sensazione che si cercasse un pretesto per non accreditare alcune scuole e che nell’osservatorio molti non amino l’Università di Cagliari, o forse è la città che paga una sua debolezza politica. Il risultato è che parecchi medici  formati a Cagliari saranno costretti ad andare a specializzarsi in altre sedi nazionali ed estere, e di questi 99 su 100 poi non rientreranno; la nostra città di giovani medici ne ha bisogno, e anche abbastanza urgentemente: si pensi al fatto che nei prossimi 10 anni a Cagliari andranno in pensione tantissimi medici, con una stima di quasi il 50% del personale; questo problema colpisce in maggiore misura proprio la chirurgia generale, come riportato dall’osservatorio regionale dell’assessorato alla sanità; molto presto la classe medica sarà caratterizzata da professionisti sanitari esausti, mentre i più giovani preparati e motivati fuggiranno all’estero; e probabilmente si sarà costretti ad importare specialisti; L’imbuto formativo, così come viene chiamato questo sistema, andrà per forza di cose a discapito non solo della classe medica e degli ospedali, ma anche dei pazienti, che non avranno a disposizione il numero adeguato di medici;  L’assenza degli specializzandi, che svolgono ogni giorno una gran mole di lavoro, spesso sottovalutato, determinerà in breve tempo una riduzione dei livelli di assistenza nei reparti di chirurgia dell’area metropolitana, in particolare del Policlinico.

    Tutto ciò a fronte di una rete formativa del sud Sardegna che presenta un numero di interventi rilevantissimo tanto da potere formare anche 9 specializzandi per anno, che presenta eccellenze nella Chirurgia della tiroide (al 4° posto in campo nazionale), nella chirurgia del colon retto (tra le prime 10 in campo nazionale) presenti in AOU e altre eccellenze presenti nelle strutture collegate in rete come la chirurgia oncologica della mammella al Businco e la chirurgia dei Trapianti e la Chirurgia dell’Obesità al Brotzu.

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