Sassari

Crisi Sigma: Rinaldo Carta vuole salvare i supermercati

Il patron di Cobec ha deciso di riacquisire le quote cedute a Ses

Crisi Sigma: Rinaldo Carta vuole salvare i supermercati

Di: Redazione Sardegna Live


C’è aria di attesa, a Sassari, per quanto riguarda il futuro dei 14 supermercati Sigma (124 posti di lavoro) dopo che il gruppo Supermercati Europa Sardegna, che aveva acquistato le quote dal patron di Cobec Rinaldo Carta, ha deciso la chiusura delle attività e il licenziamento dell’intero personale.

Ed è proprio Rinaldo Carta, insieme ai sindacati, che in queste ore sta tentando di risolvere questa delicata situazione. Il patron di Cobec ha deciso di riacquisire le quote cedute a Ses. “Avevo il diritto di prelazione – ha spiegato l’imprenditore a La Nuova Sardegna – sapere che tutto ciò che avevo costruito negli anni fosse destinato a sparire definitivamente, e che 124 persone perdessero il lavoro, per me era un colpo al cuore. Quindi proverò a riprendere in mano le attività”.

“Il momento è delicatissimo. Gli indicatori sociali suggerirebbero la massima cautela: Sassari è una delle piazze più difficili per il commercio, e le recentissime chiusure nella grossa distribuzione ne sono una prova. C’è disoccupazione, reddito basso e un’offerta smisurata di supermercati. Quindi il mio è sicuramente un azzardo. Però mi confortano i risultati a Cortesantamaria e negli altri 5 punti vendita Sigma che ho già rilevato da un anno. I fatturati sono in netta crescita”.

E sugli affari tutt’altro che positivi del Gruppo Ses dice: “Scelte commerciali sbagliate, promozioni non efficaci. Se non attui una politica di vendita calibrata sul territorio, puoi anche applicare i contratti di prossimità e tagliare i costi di lavoro, ma non riuscirai comunque a evitare i passivi. Se tutto andrà per il verso giusto, se avrò l’ok dei sindacati e potrò ripartire, la prima cosa sarà rilanciare le attività con un migliore assortimento, promozioni più mirate, prodotti locali, e scelta di altri fornitori”.

Per Carta, fra le diverse soluzioni che si prospettano, la più efficace è quella di chiedere ai dipendenti “una serie di sacrifici sul profilo dei livelli di inquadramento e sulla tempistica di pagamento. Il tesoretto risparmiato verrebbe subito investito dall’azienda per sistemare i danni ai locali, e la liquidità versata con un mese di ritardo servirebbe per lanciare delle proposte commerciali forti”. La proposta è già stata messa sul tavolo e adesso i sindacati e le assemblee dovranno valutare.

 

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