Sorgono

I sindaci del Mandrolisai in marcia: "No allo smantellamento dell'ospedale di Sorgono"

Il sindaco di Meana, Angelino Nocco, denuncia: "Assistenza sanitaria negata"

I sindaci del Mandrolisai in marcia:

Di: Redazione Sardegna Live


 I sindaci della Barbagia Mandrolisai sono scesi nuovamente in campo per difendere l’ospedale di Sorgono e rivendicare la tutela dei servizi sanitari nell’intero territorio.

La battaglia contro lo smantellamento e indebolimento di reparti e servizi del presidio ospedaliero sorgonese va avanti ormai da anni, e questa mattina, nella cittadina, si sono alzati ulteriormente i toni della protesta portata avanti da primi cittadini e popolazione.

Il sindaco di Meana Sardo, Angelino Nocco, è fra i più accesi sostenitori delle iniziative di protesta. “Abbiamo avuto un incontro a fine aprile con la direttrice dell’Assl di Nuoro, la dottoressa Cattina. La avevamo invitata a discutere con i sindaci dell’ex distretto sanitario di Sorgono delle problematiche inerenti l’applicazione della riforma. I provvedimenti che si stanno attuando rispetto all’ospedale San Camillo, infatti, non sono in linea con le problematiche e le necessità evidenziate dagli amministratori. Non solo, non rispettano neppure i dettami della riforma che già ci penalizza di per sé, figuriamoci quanto possa essere nociva se applicata in maniera distorta. Oltre al danno la beffa di uno smantellamento non solo annunciato, ma di fatto portato avanti”.

“Radiologia ha l’attrezzatura ferma da più di un mese – prosegue Nocco –, promesse sono state fatte per la sostituzione immediata e la riparazione. Ma sono quisquilie rispetto a quello che è il disegno di smantellamento che porta a non assicurare la copertura costante e continua in Chirurgia, non avere il medico nella dialisi, una carenza totale anche dal punto di vista dell’urgenza medica con il laboratorio sotto utilizzato, tanto che la gran parte delle analisi vengono fatte a Nuoro”.

“Ci si può immaginare quali ripercussioni possa avere una situazione del genere anche in ottica futura. La riduzione dei servizi naturalmente genera anche riduzione di dipendenti. Quest’aspetto, otre a negare un’assistenza sanitaria efficiente alle nostre popolazioni, impedisce anche alle nostre eccellenze di avere un futuro nel territorio. I nostri potenziali dirigenti, infermieri, OSS o personale amministrativo non possono sperare di rimanere nei nostri paesi per coprire quei posti indispensabili per la popolazione. Ecco che il taglio dei servizi non vuol dire solo taglio della sanità, ma anche della speranza per i giovani laureati di trovare un posto di lavoro qui”. 

In campo, per portare avanti le istanze della popolazione, sono scesi tredici sindaci. Si tratta dei primi cittadini di Aritzo, Atzara, Austis, Belvì, Desulo, Gadoni, Meana, Ortueri, Ovodda, Sorgono, Teti, Tiana e Tonara. Tanti altri sindaci, specialmente quelli del vicino Barigadu, hanno però fatto sentire la loro vicinanza con attestati di solidarietà e la promessa di affiancare i colleghi del Mandrolisai in questa battaglia.

“Lo Stato ha riconosciuto le criticità del nostro territorio – spiega ancora il Nocco – e la necessità di dedicargli una particolare strategia di sviluppo per le aree interne, dove particolare attenzione va rivolta alle esigenze relative alla sanità, ai trasporti e all’istruzione. Allora non è accettabile che si smantelli un ospedale indispensabile per un territorio come il nostro, isolato, con un calo demografico spaventoso e una popolazione anziana che ha bisogno di maggiori servizi. La politica da una parte ci inserisce in un programma di sviluppo, dall’altra ci bastona”.

L’obiettivo della manifestazione di oggi è quello di tenere accesi i riflettori sulla questione San Camillo, ma, promette il sindaco di Meana “la battaglia non finisce qui, dovrà continuare nel territorio perché questo ospedale diventi nuovamente un ospedale di base con strutture coperte da figure professionali presenti e servizi garantiti con continuità. La seconda fase deve essere assolutamente quella di sviluppare un discorso sui livelli essenziali di assistenza così da assicurare a tutti i comuni del territorio un'assistenza sanitaria che rispetti gli standard previsti per quanto riguarda il servizio verso l’utenza dei pazienti, le visite specialistiche, l’assistenza di medicina integrata che deve essere potenziata”.

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