Cagliari

Pinuccio Sciola, l’Università celebra “Sant’Arte” contro ‘l’appiattimento mentale’

Presentato all’Università di Cagliari l’omaggio alle arti visive ispirato all’eredità artistica e filosofica di Pinuccio Sciola nel 50° anniversario della nascita del muralismo in Sardegna

Pinuccio Sciola, l’Università celebra “Sant’Arte” contro ‘l’appiattimento mentale’

Di: Alessandro Congia


Presentato questa mattina all’Università di Cagliari l’omaggio alle arti visive ispirato all’eredità artistica e filosofica di Pinuccio Sciola nel 50° anniversario della nascita del muralismo  in Sardegna, a San Sperate. 

“Ci vorrebbe una festa, Come quella che si fa ai Santi… La festa di Sant’Arte.  L’unica festa del calendario da festeggiare tutti i giorni dell’anno. Perché è l’unica festa che salva l’uomo dall’appiattimento mentale”. 

Con queste parole  Pinuccio Sciola  celebrava l’Arte in tutte le sue forme, auspicando che potesse divenire parte integrante della vita quotidiana di ogni persona: l’arte come linguaggio universale, capace di favorire lo sviluppo del pensiero critico, capace di abbattere i confini geografici e mentali. Una delle grandi sfide che la Fondazione Sciola vuole portare avanti è proprio la diffusione e la messa in pratica di questo messaggio. 

LA TRE GIORNI. Per questo dal 25 al 27 maggio 2018, in occasione del 50° anno della nascita del muralismo, a  San Sperate si svolgerà la prima edizione del  Festival di Sant’Arte, che avrà come filo conduttore il tema  Ambiente e Storia, Arte e Racconto, che racchiude in se il significato e l’intento di una rivoluzione ancora in atto e in continuo sviluppo, in cui l’ambiente, inteso come ciò che ci circonda, interagisce con la storia dando gli strumenti per intravedere il futuro, grazie all’arte. 

“Gli Anni della calce, Sciola irriverente... – racconta Chiara Sciola, vicepresidente della Fondazione - con la calce furono ricoperti i murales di Siqueiros, scomodi e invisi alle autorità. A giugno di tanto tempo fa Sciola ricoprì i muri di fango con la stessa calce per prepararli ad accogliere una concreta utopia... riscatto, condivisione, unione, libertà, scontro e quindi confronto... eredità dell’Artista, forza della Comunità, essenza di Sant’Arte”. 

"Il tempo a volte cancella – spiega  Maria Sciola, Direttore Generale della Fondazione  - ha cancellato dipinti, murales storici, ma non ha mai annullato le coscienze allora formatesi.   Nel cinquantennale dalla nascita del muralismo a San Sperate si affronta un vuoto per rinascere, per studiare, per comprendere e allora ricreare quel fermento che fu. Ci son paesi dove fecero la lotta con il pennello in mano. Ora noi, facciamo la festa... A nostro padre, all'arte, alla gente, alla bellezza". 

Un progetto che la  Fondazione Sciola, grazie alla costante collaborazione con l’Università di Cagliari, vuole portare avanti in maniera scientifica, con il contributo della  Fondazione di Sardegna e del Comune di San Sperate, il patrocinio del MiBACT e dell’Assessorato alla Cultura della Regione Sardegna, per portare avanti la divulgazione della ricerca artistica di Pinuccio Sciola, in linea con gli obiettivi del proprio statuto. 

“La nostra è una Università che nei suoi rapporti con la società e il territorio sardo sente il legame con i grandi artisti di questa terra – dichiara il Rettore Maria Del Zompo – E’ per noi un piacere e un onore collaborare con la Fondazione che vuole perpetuare la memoria di Pinuccio Sciola, un esempio per tutti gli studenti e i docenti. Siamo particolarmente contenti dell’invito della Fondazione ad avere una parte attiva in questo percorso”. 

“L’Università di Cagliari si impegna a studiare scientificamente l’opera di Sciola nella sua interezza – commenta Rita Pamela Ladogana, storica dell’arte dell’Università di Cagliari – sia nella dimensione nazionale sia in quella internazionale, sia dal punto di vista storico-artistico sia critico, in modo da contestualizzarla come merita”. 

“La prima edizione di Sant’Arte racchiude lo spirito della Fondazione Sciola – spiega il Presidente, Tomaso Sciola - che interpreta l’eredità di Pinuccio, ricreando un ambiente coinvolgente, in cui si respiri arte e cultura ed in cui non ci siano spettatori ma protagonisti. Un modo per proseguire nella visione di un mondo in cui l’arte sia lo strumento per trasmettere messaggi e aprire le menti alla riflessione e alla condivisione”. 

Un tema così importante e complesso che verrà sviluppato e discusso nell’intero arco dell’anno (e questa sarà una novità rispetto al Preludio), con appuntamenti da maggio a dicembre, per tenerne viva la filosofia e coinvolgere in modo partecipativo, instancabilmente, in primo luogo gli abitanti, e tutto il pubblico che vorrà contribuire così a far crescere la realtà del Paese Museo e il sogno di Pinuccio Sciola. Un coinvolgimento che sarà dialogo tra pubblico e artisti, partecipazione attiva sia fisica che emotiva, per introdurci tra le pagine di quel libro iniziato dall’artista di fama internazionale, che resterà sempre aperto, pronto a fissare nella nostra storia racconti di un microcosmo così come avvenimenti di più ampio respiro, stati mentali e sentimenti, storie. In questo pluralismo di voci ognuno potrà riconoscersi, riflettere, ricordare, e decidere di agire. Ed essere parte della storia. Si avvera così l’intento di creare nel tempo un appuntamento annuale che sia momento di riflessione teorico-critica sul nuovo scenario dell’arte contemporanea; opportunità di dialogo e scambio con altre realtà territoriali e altri contesti sociali. 

La tre giorni del Festival si aprirà venerdì 25, con un convegno di studi dal titolo “50 e Oltre. Paese Museo, l’Utopia possibile”, con il coordinamento scientifico dell’Università di Cagliari, organizzato dal Comune di San Sperate in collaborazione con la Fondazione Sciola ed al quale parteciperanno studiosi della storia dell’arte, protagonisti di allora e gli attori per i nuovi scenari che oggi attendono l’idea di Paese Museo. Interverranno, con gli altri ospiti, Pamela Rita Ladogana, Giuseppe Marci, Marco Pignotti e Barbara Cadeddu, docenti dell’Ateneo cagliaritano. 

“È parso opportuno e significativo – aggiunge l’assessore comunale alla Cultura, Emanuela Katia Pilloni - a riprova della trasversalità del messaggio culturale del Paese Museo, che il convegno di studi sul cinquantennale, promosso dall’Amministrazione Comunale con la collaborazione della Fondazione Sciola e la direzione scientifica dell’Università di Cagliari, fosse parte integrante della prima edizione Festival Sant’Arte”. 

Il sabato e la domenica, invece, verranno dedicati prevalentemente al fare e sperimentare, al mettersi in gioco, attraverso laboratori di argilla, di disegno, di scenografia e del suono, performance (anche partecipative), spettacoli e concerti. Chiuderà questa prima parte del Festival di Sant’Arte la ormai tradizionale parata tra le vie del paese (La Sciola scia diSant’Arte) e l’immancabile cena conviviale in strada.                                                                                               

Dopo il grande successo del Preludio del Festival, svoltosi a San Sperate lo scorso autunno, la 1° edizione del Festival di Sant’Arte  entra quest’anno nel vivo; quale occasione migliore, se non il 50° anniversario della nascita del muralismo in Sardegna, proprio ad opera dell’artista, nel suo paese natale? 

Era il 1968. Il paese, dalla forte vocazione agricola, era per certi versi simile a molti altri, con storia e tradizioni che lo accomunavano ad altri centri del campidano che, pure considerata la vicinanza alla città di Cagliari, non sembravano risentire dei fermenti che animavano il capoluogo e le altre città d’Italia e d’Europa, scosse dai movimenti sociali e dalle rivoluzioni studentesche. 

In quell’anno Pinuccio Sciola ritornava da Parigi, dopo avere trascorso un anno in Spagna, e con l’aiuto di amici e concittadini iniziò a imbiancare i muri del suo paese, San Sperate, perché potessero essere le pagine di un libro che raccontasse una nuova storia. Qui il 1968 e gli anni seguenti sono conosciuti come “gli Anni della calce”. 

Sciola per primo iniziò a scrivere quelle pagine con i colori e i pennelli, dando l’incipit per la rivoluzione culturale che trasformò il paese in un centro d’interesse per artisti e intellettuali, e che, grazie ai  murales, gli fece meritare l’appellativo di Paese Museo. 

Fu un'operazione sociale, economica e politica tale, che questo singolare esperimento identitario ebbe risonanza in tutta Italia e all'estero, tanto che nel 1976 Pinuccio Sciola con  l'intero paese, fu invitato a partecipare alla biennale di Venezia, nella sezione "Ambiente come sociale". 

San Sperate diventa così centro nevralgico di uno sviluppo culturale inedito. “L’Amministrazione Comunale di San Sperate – spiega il sindaco Enrico Collu  - ha instaurato con la Fondazione Sciola, fin dal suo nascere, un rapporto di reciproca e proficua collaborazione che, proprio nell’anno del cinquantennale del Paese Museo, culmina nella prima edizione del Festival Sant’Arte, che incarna sogni e ideali del suo padre spirituale, il compianto Pinuccio Sciola.

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