Alghero

"La morte" della sanità, curioso episodio ad Alghero

Ironia contro l'incuria e il disinteresse di tutta la classe politica. Blitz per rimuovere i necrologi

Di: Dante Tangianu


Di fronte all’ospedale civile di Alghero, tra i tanti necrologi affissi lungo una parete di un muro di cinta ben visibile all’altezza di un incrocio, cattura l’attenzione non solo dei pedoni, ma anche degli automobilisti più distratti che in quel punto devono rallentare, la presenza di un manifesto funebre che in luogo del nome del defunto evidenzia una dicitura apparentemente generica che riporta due sole parole: “LA MORTE”.

Ovviamente, la curiosità è tanta, la gente si ferma, compresi gli stessi automobilisti, per saperne di più di un lutto apparentemente anonimo che ai più fa pensare, semmai, a un insolito quanto clamoroso errore, in un contesto di annunci funebri in cui la morte ha un nome e cognome. In effetti, non si tratta di un refuso linguistico. 

Il nome del defunto c’è, in piccoli caratteri, così come le “sentite condoglianze”, ma non per i famigliari, come di consueto, ma sono destinate a tutti. Ebbene, il “morto” è l’Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale civile della ridente, colta e ricca di storia cittadina catalana. E c’è pure la causa del decesso, dovuta all’incuria e al disinteresse di tutta la classe politica, anch’essa genericamente intesa, ma che vuole dire tutta, locale e non. 

Dunque, nel breve quanto esaustivo necrologio non manca proprio nulla, altro che comunicazione anonima! Però, sempre di morte irrituale si tratta, almeno nel contesto ambientale in cui è stata data la notizia, riservato appunto a decessi “corpore praesenti”. “La morte è una cosa seria”, devono aver pensato, oltre naturalmente a una indebita interferenza professionale, alcuni addetti alle pompe funebri, cui non poteva certamente sfuggire una scomparsa anomala presente nei loro “radar”. 

E, infatti, la durata dell’affissione del necrologio in parola ha resistito giusto il tempo che c’è voluto per rimuoverlo.  Probabilmente, neanche ai solerti operatori delle pompe funebri sarà sfuggito il “fine vita”, dei due reparti, da troppo tempo comatosi, dell’Ospedale marino, però, e come dargli torto, a ciascuno (dei morti) il proprio protocollo funebre, soprattutto senza fare confusione.  

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