In Sardegna

Meningite. In Sardegna 8 casi di cui 2 mortali in soli 3 mesi

L'assessore Arru: "La paura percepita in questi casi e' legittima, non va sottovalutata ne' enfatizzata"

Meningite. In Sardegna 8 casi di cui 2 mortali in soli 3 mesi

Di: AGI


In Sardegna sono otto i casi di meningite di tipo B accertati da Natale 2017 di cui due mortali.

Dopo un "silenzio epidemiologico" di oltre due mesi, tre sono stati diagnosticati nell'ultima settimana, tutti in ragazzi fra i 19 e i 21 anni, e oltre mille persone sono state sottoposte a profilassi negli ultimi sette giorni per essere entrate in stretto contatto con chi era stato contagiato.

Due discoteche di Cagliari e Quartu Sant'Elena, dove alcuni dei giovani che si sono ammalati avevano trascorso le serate, sono state chiuse, una a tempo indeterminato, per carenze igienico-sanitarie. Nell'isola e' allarme meningite fra la popolazione, ma per l'assessorato regionale della Sanita' e per gli esperti che fanno parte dell'"unita' di crisi" non si puo' parlare di epidemia ed e' esclusa per ora la vaccinazione gratuita per tutta la popolazione.

Tanto piu' che i servizi sanitari dell'isola dove si effettua sono gia' in affanno: chi prenota una vaccinazione contro il meningococco B e non e' fra coloro che rientrano nella profilassi obbligatoria rischia di vedersela fissare per agosto-settembre prossimi. "Stiamo seguendo i protocolli nazionali e internazionali", hanno spiegato oggi in una conferenza stampa a Cagliari l'assessore regionale della Sanita' Luigi Arru e l'epidemiologo Paolo Castiglia, ordinario di igiene al dipartimento di Scienze biomediche dell'universita' di Sassari.

"Le condizioni epidemiologiche attuali non sono tali da estendere la catena di vaccinazione oltre la cerchia dei contatti piu' stretti".

E' vero, pero', che i casi registrati quest'anno sono piu' numerosi: sono raddoppiati, rispetto a 3-4 attesi ogni 100 mila abitanti. Agli otto accertati da meningococco B si e' aggiunto quello di sepsi meningococcica riscontrato su una donna di 38 anni ricoverata a Cagliari nel reparto di malattie infettive del Santissima Trinita'.

A favorire il contagio fra i giovani e' stato - hanno spiegato gli esperti - l'aver frequentato locali molto affollati e assecondato comportamenti che spianano la strada alla diffusione del batterio: bere dallo stesso bicchiere o dalla stessa cannuccia o, ad esempio, scambiarsi la sigaretta.

La Assl di Cagliari ha fatto chiudere prima la discoteca "Fbi" di Quartu Sant'Elena lo scorso gennaio, messa sotto sorveglianza dopo un primo caso, e dove sono stati riscontrate alcune irregolarità: il locale è stato poi riaperto una volta che sono state sanate. Poi e' toccato al "Coco'" di Cagliari, chiusa nel fine settimana a tempo indeterminato.

"Rispetto agli anni precedenti si e' registrato un aumento dei casi di meningite da meningococco di tipo B", ha spiegato Castiglia, "ma il dato non deve destare preoccupazione, anche perche' si devono a microorganismi di ceppo diverso".

Il primo caso - una ragazza di Cagliari infettata a Natale e poi guarita - era stato causato da un meningococco di tipo B213, come precisato da Federico Argiolas, dirigente del Servizio qualita' dei servizi e governo clinico dell'assessorato della Sanita'.

Sono poi seguiti altri due contagi a Nuoro (ceppo clonale B41/44): un disabile nuorese di 50 anni e la sua assistente familiare, una romena di 43 anni, che erano stati ricoverati a Capodanno. Entrambi sono poi guariti. Non e' stato altrettanto fortunato il giovane Luca Pisano, studente di 19 anni di Tortoli', morto ai primi di gennaio nell'ospedale di Lanusei, dopo essere rimasto contagiato a Capodanno: aveva trascorso la notte di San Silvestro in una discoteca del Cagliaritano.

Un altro giovane di 20 anni, colpito dallo stesso ceppo (B11), a Cagliari e' guarito. Non ce l'ha fatto, invece, Giovanni Mandas, 20 anni, morto il 20 marzo scorso. Il ceppo non e' stato ancora identificato, cosi' come quello degli altri due casi di questo mese.

Il contagio non e' automatico: anche luoghi molto affollati (l'importante che siano ben aerati) non sono sempre a rischio, e' stato spiegato stamane in assessorato. E' importante, pero', seguire alcune buone pratiche. "Alcune abitudini igieniche si stanno attenuando nei giovani e anche negli adulti", ha segnalato Silvana Tilocca, responsabile del dipartimento di prevenzione della Assl di Cagliari. "Per esempio, lavarsi regolarmene le mani, non bere dallo stesso bicchiere, non scambiarsi le posate".

Il "picco" dei primi mesi del 2018 si deve - spiega l'epidemiologo Castiglia- si deva a un inverno particolarmente freddo e caratterizzato da sbalzi di temperatura che facilitano la coinfezione di virus e batteri, circostanza che spiana la strada a un'eventuale infezione da meningococco.

"Abbiamo registrato la peggiore stagione influenzale degli ultimi 12 anni", ha segnalato Castiglia. A questa circostanza si aggiungono i comportamenti "a rischio" (per esempio, il consumo promiscuo di bevante in luoghi iperaffollati) soprattutto fra i giovani. C'e' poi da considerare che la malattia colpisce soprattutto i nuovi nati fino a 4-5 anni e i giovani fra i 15 e i 25 anni.

"La paura percepita in questi casi e' legittima", ha detto l'assessore Arru, "non va sottovalutata ne' enfatizzata. Una corretta informazione e' molto importante.

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