Olbia

Rinviata la partita Olbia-Arezzo

Il presidente Marino: «eravamo pronti a giocare»

Rinviata la partita Olbia-Arezzo

Di: Antonio Caria, foto www.olbiacalcio.com


«Preso atto che l’istanza di fallimento pendente nei confronti della società US Arezzo s.r.l. e la conseguente concessione o meno dell’esercizio provvisorio verranno discusse all’udienza del prossimo 15 marzo presso il Tribunale Fallimentare di Arezzo e valutata la necessità di un urgente intervento della Lega", si vuole "preservare la regolarità della competizione attraverso la continuità sportiva da attuarsi mediante la scesa in campo della squadra aretina in tutte le partite previste dal calendario per la stagione sportiva 2017-18» .

È con questa motivazione che il presidente della Lega Gabriele Gravina, all’indomani degli incontri con l’Amministrazione comunale di Arezzo e le autorità della città, ha deciso il rinvio a data da destinarsi, della sfida tra l’Olbia e la U. S. Arezzo, in calendario domani 3 marzo alle 14.30.

Una decisione commentata così dal presidente Alessandro Marino: «eravamo pronti a giocare tanto che abbiamo aperto le prevendite, studiato una speciale promozione investendo sulla visibilità e dato la nostra disponibilità a fornire un piccolo supporto di solidarietà all'Arezzo per le spese di trasferta. Evidentemente nella giornata di ieri qualcosa deve essere successo ed è stata presa questa decisione. Ci tengo a precisare che il nostro auspicio è che questa partita, se ci sono le condizioni, venga recuperata sia per rispetto della cultura sportiva sia perché non disputare l'incontro genererebbe per noi una perdita economica per mancato incasso e mancati contributi federali».

Inoltre, Marino ha voluto allargare il suo discorso sull’origine dei problemi che attanagliano il calcio italiano e, nello specifico, quello della terza serie nazionale: «le criticità strutturali permangono e tutti noi addetti ai lavori dobbiamo sfruttare questo treno riformista che a me pare l'ultima possibilità in nostro possesso per evitare che tutto il movimento calcistico venga ulteriormente declassato nel contesto internazionale».

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