Cagliari

Carceri, l’intervista al segretario generale della Uil-Pa Polizia Penitenziaria Michele Cireddu

"Il Governo ha deciso di trasformare la Sardegna in una grande Asinara senza però investire per rendere sicuri i mega Istituti Penitenziari che sono stati realizzati"

Carceri, l’intervista al segretario generale della Uil-Pa Polizia Penitenziaria Michele Cireddu

Di: Alessandro Congia


Carceri, l’intervista a Michele Cireddu, segretario generale della Uil-Pa Polizia Penitenziaria della Sardegna, rivela ancora tante criticità da risolvere. Il sistema penitenziario in Sardegna ha subito un drastico cambiamento e l'Amministrazione penitenziaria non ha dato la possibilità agli Agenti di gestire le nuove tipologie di detenuti con mezzi e strumenti adeguati.

D. La Uil-Pa Polizia Penitenziaria in Sardegna è in piena fase congressuale, si sente soddisfatto del suo periodo da segretario generale della Sardegna?

R. Sono stato nominato segretario generale da poco più di 2 anni a seguito di un congresso che ha visto il mio predecessore passare ad un incarico sindacale meno impegnativo per potersi dedicare ad importanti impegni politici, (Sindaco di Gairo n.d.r.). In questo periodo ho cercato di dedicare tutte le mie energie per un’azione sindacale a 360 gradi. Stiamo attraversando un  momento storico estremamente difficile per il sistema penitenziario sardo, l'attività della UIL è sotto gli occhi di tutti, non abbiamo esitato a denunciare pubblicamente le numerose difficoltà che i nostri poliziotti devono affrontare quotidianamente: violazioni dei diritti sanciti dalla Costituzione, violazioni delle pari opportunità, aggressioni subite nell'indifferenza dell'Amministrazione, mancanza di strumenti e mezzi per svolgere al meglio i compiti istituzionali, inadeguatezza dei luoghi di lavoro e mancanza di locali idonei nei tribunali e negli ospedali esterni per effettuare in sicurezza le traduzioni ed i piantonamenti dei detenuti, sono solo alcune delle tante anomalie.

I DISAGI E I SIT IN. In piazza e davanti alle sedi istituzionali per far emergere le gravità del sistema: “Stiamo cercando in tutti i modi di trovare delle soluzioni – afferma Cireddu - ci siamo rivolti al Ministro, al Capo del Dipartimento, al Provveditore, abbiamo manifestato il disagio davanti la Prefettura di Cagliari, davanti il Provveditorato, davanti al Tribunale di Tempio ed abbiamo avuto un incontro di recente con il Prefetto di Oristano che ha mostrato attenzione per le problematiche esposte ed a sua volta sta assicurando degli interventi risolutivi. In alcuni casi – prosegue l’esponente della Uil-Pa - siamo riusciti ad ottenere dei risultati, soprattutto contro le violazioni dei diritti del personale ed in materia di pari opportunità, in altri casi l'inadeguatezza gestionale di alcuni Istituti rende quasi impossibile ottenere riscontri apprezzabili ed in quel caso crediamo l'unica soluzione sia quella dell'avvicendamento di chi dimostra scarsa attenzione per le problematiche dei nostri Poliziotti. Saranno argomenti che verranno trattati durante i lavori congressuali da cui crediamo che la Uil in Sardegna esca ulteriormente rafforzata e con una linea sindacale ancora più forte”

AZIONI RISOLUTIVE. “Parallelamente all'attività sindacale tradizionale, oltre ai servizi offerti dal CAF UIL, l'ITALUIL, in materia fiscale e previdenziale per i colleghi e le proprie famiglie – rimarca Michele Cireddu - abbiamo dato la possibilità di avere la consulenza del medico legale della UIL in materia di cause di servizio e malattie professionali ma stiamo cercando di offrire al personale delle possibilità formative che possono contribuire a migliorare le condizioni lavorative. Ed è per questo che ci siamo rivolti a dei docenti di provata esperienza e sono già stati formati numerosissimi agenti ai corsi di BLS-D, sono stati svolti incontri formativi con un medico legale sulle malattie professionali e cause di servizio e sono in programma diversi altri incontri formativi su materie giuridiche e sul corretto utilizzo dei sistemi di contenzione per contrastare le numerose aggressioni a danno dei nostri poliziotti. Noi ripetiamo ai colleghi che non bisogna contestare il Sindacato come Istituzione ma mettere in discussione caso mai i sindacalisti perché se un dirigente sindacale non svolge nel migliore dei modi il proprio compito oppure non si ritiene possa rappresentare al meglio i lavoratori, è giusto possa essere avvicendato con strumenti di democrazia che sono nel nostro caso i congressi. In Sardegna in 5 anni sono stati nominati 3 segretari generali sardi e ritengo che si debba sempre valutare l'operato con serena imparzialità da parte dei delegati che si esprimeranno anche in questa tornata congressuale per il bene del personale che viene rappresentato”

D. Quali sono le maggiori difficoltà che incontrate ogni giorno?

R. Il Governo ha deciso di trasformare la Sardegna in una grande Asinara senza però investire per rendere sicuri i mega Istituti Penitenziari che sono stati realizzati, addirittura l'Autorità Giudiziaria ha sotto la lente di ingrandimento le modalità con cui sono stati costruiti. Sono recenti ma presentano già una serie di anomalie strutturali che rendono ancora più' difficili le condizioni lavorative del personale. Un’altra difficoltà oggettiva è rappresentata dalle nuove forme di criminalità che in Sardegna non erano presenti e quindi poco conosciute, esempi emblematici gli appartenenti all'ISIS o gli esponenti legati alle associazioni criminali.  Eravamo impreparati ma gli Agenti sono stati estremamente bravi a capire in fretta le loro abitudini ed a tradurre i codici comportamentali per studiare una gestione adeguata.

I NUMERI ALLARMANTI. “Alla grande capacità dei nostri poliziotti – ribadisce il sindacalista della Uil-Pa - è stata sinora inversamente proporzionale la capacità gestionale dei vertici dell'Amministrazione. In alcuni Istituti la gestione sembra improntata ad un’eccessiva burocratizzazione dei processi lavorativi, speso si dimentica che abbiamo a che fare con persone e non esistono situazioni standard per gestire le diverse personalità che si trovano in carcere. sono inoltre aumentati in maniera vertiginosa i procedimenti disciplinari e penali nei confronti dei nostri agenti, questo riteniamo sia dovuto all'insicurezza da parte dei vertici di alcuni Istituti che cercano di scaricare le responsabilità nei confronti della catena debole del sistema che sono appunto gli Agenti. Su questo fenomeno unitariamente abbiamo interessato il Provveditore ed il Capo del Dipartimento e se non arriveranno interventi concreti ritengo sia giusto chiedere l'avvicendamento di chi continua a vessare il personale. Mi batterò con tutte le mie forze per contrastare i "vessatori", I nostri agenti svolgono un lavoro difficoltoso, con proporzioni tra agente e detenuti di 1:100 che farebbe paura a chiunque, nonostante questo, riescono a garantire la presenza dello Stato in uno scenario considerato purtroppo di confine, andrebbero valorizzati e sostenuti anziché vessati”.

D. Quale sarà il futuro della Sardegna Penitenziaria e quali azioni sindacali metterà in atto se venisse riconfermato alla guida del suo sindacato?

R. Il futuro dipenderà da chi vincerà le elezioni, spero venga ripensato il concetto di pena e rivoluzionate le regole dell'esecuzione penale. In Sardegna abbiamo delle colonie penali che potrebbero essere una miniera d'oro ma sono purtroppo letteralmente abbandonate e sotto dimensionate in favore delle Case Circondariali che sono spesso scenari di eventi critici di ogni genere; se la situazione rimarrà invariata il futuro non sarà certamente roseo. Se dovessi essere rieletto al congresso del 23 febbraio cercherò di intensificare ulteriormente l'azione sindacale della UIL e so che avrò la collaborazione dei delegati che mi accompagnano e mi accompagneranno in questa difficile ed intensa avventura. 

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