L'ultimo abbraccio, l'ultimo commosso saluto al giovane Mirko: nelle parole di Monsignor Antonello Mura è racchiuso tutto l'amore della comunità per il ragazzo defunto e la sua famiglia. La forza e il coraggio di Mirko, l'amore per la mamma Paola, la sofferenza e le lacrime della sua gente e un profondo insegnamento per tutti. Ecco il ricordo nell'omelia dal sacerdote:

"Il dolore, l'abbiamo provato tante volte - come anche la gioia, che oggi non può appartenerci -, ci aiuta a sentirci vicini, solidali, fraterni. Oggi siamo sconquassati dal dolore, ed è quasi impossibile non riflettere su noi stessi e sui nostri atteggiamenti. Mirko ci sta aiutando paradossalmente a pensare, a mobilitare energie di vita, a non sprecare parole. Mentre lo salutiamo per l'ultima volta su questa terra, con la morte nel cuore, abbracciamo idealmente sua mamma Paola, pregando che in quel lettino di rianimazione possa percepire quel vitale fluido di solidarietà che fa vivere, al quale nessuno può rinunciare e che a lei serve quanto l'ossigeno. 

"Siamo accanto a voi Lorenzo e Samuele, fratelli defraudati di un fratello, e riconosciamo che le nostre parole non bastano, né a voi né a tutti i familiari, per spiegare quanto è avvenuto. Questa chiesa, è come se sia attraversata da un terribile senso di impotenza e di sgomento, che umanamente ci mette tutti sullo stesso piano: sacerdoti, vescovo, persone delle istituzioni locali e regionali, docenti, studenti, amici. Ci sentiamo tutti figli di un'umanità che non riesce mai a gioire pienamente del dono della vita, che purtroppo riesce a farsi male da sola, che non si ama e non sa volersi bene". 

"Ricordiamocelo, quando tragedie come queste ci raggiungono; ricordiamocelo, quando ci dividiamo e cerchiamo avversari e nemici, come se non fossero - come noi - sorelle e fratelli in umanità. Il nostro fratello universale - proprio per questo Salvatore del mondo - che si chiama Gesù, cioè il Figlio di Dio, che ci permette di vedere luce anche nel buio grazie alla sua Risurrezione, lo ripete sempre per noi tutti: solo chi ama si salva, si salva solo chi ama gli altri più di se stesso, perché chi ama sa perdersi per gli altri, sa perdere anche la vita". 

"Tu Mirko, splendido ventenne, hai perso la vita per difendere l'umanità più bella, quella di tua madre, quella che merita sempre di essere difesa, anche quando qualcuno non capisce e ne diventa un aggressore violento. Anche chi ha colpito tua madre è frutto di questa umanità malata, che talvolta non vogliamo vedere né curare, né purtroppo aiutiamo perché scopra la bellezza della vita. Tu Mirko ci ricordi che le parole del vangelo sono vere, cioè che solo chi perde se stesso ama davvero. Perché anche a vent'anni si possono compiere gesti che seminano vita, che incoraggiano la vita". 

"Tu ci consegni un gesto immortale e il tuo gesto - come vogliamo ripetere oggi - rende immortale la tua vita, secondo le parole di Gesù. Tu non vuoi vendette e non hai bisogno di vendette. Mentre le parole più facili sono rabbia e odio, tu ci ricordi che chi compie gesti come quello di morire per far vivere altri, non soffrirà mai di quella patologia chiamata vendetta. Il tuo sorriso e la gioia di vivere che esprimevi, ci contagi fino a portare frutti nel tuo nome. Quanto vorremo Mirko - e per questo prego con voi - che il tuo sacrificio di amore, generasse attenzione, sensibilità, cura, protezione per tutte le vittime della violenza senza senso, camuffata con l'amore che dell'amore invece non ha nulla". 

"Quanto vorremo - non solo da chi viene da lontano - che tutti scoprissimo che l'amore non si compra e che l'affetto autentico non è una pretesa da chiedere o un possesso da avere, ma solo una condivisione libera e rispettosa, capace di accogliere la dignità dell'altro e dell'altra come un dono. San Paolo ce l'ha ricordalo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà. La nostra società sembra talvolta ossessionata dalla voglia di avere e di possedere. Sembra talvolta che agiscano nella società degli agricoltori occulti, capaci di seminare solo dei semi di indifferenza, quindi vuoti, vuoti di vita e di bellezza, vuoti a perdere e quindi incapaci di produrre frutti; sono agricoltori che non si distinguono dal colore della pelle, ma dalle loro azioni - violentatori senza scrupoli della dignità umana - che vanno smascherati e affidati sempre alla giustizia umana, prima che a quella di Dio, che certamente non mancherà". 

"Mirko, aiutaci a capire che chi tocca violentemente una donna, una mamma, chi ha la prepotente arroganza di credere che l'abuso sia una forma di potere da adottare, merita una risposta di amore alla vita e alle persone che amiamo. Tu, così vicino a concludere gli studi superiori, hai conquistato un diploma che non avrà tempo e non ha eguali; i tuoi compagni che ti volevano bene, lo celebrino con te, come se tu non sia mai mancato. Tu non sei uno sconfitto, tu sei pronto per la risurrezione a una vita che non ha fine.  Grazie perché non sei stato a guardare, grazie perché hai creduto che la vita di chi ami vale più della tua stessa morte".