PHOTO
Via libera del Consiglio regionale alla legge sull'emittenza radio-tv.
In particolare la norma riguarda programmi per la valorizzazione della lingua e della cultura e identità sarda e modifica la legge sull'editoria del '98.
Per i contributi le aziende devono essere costituite da almeno 3 anni, presentare un bilancio e avere un direttore e personale a tempo indeterminato. Non inferiore al 60% di territorio e popolazione il segnale delle emittenze.
"Si tratta del primo passo verso l'adeguamento a un mondo editoriale ormai diverso da quello contemplato dalla Legge 22. Nell'epoca del digitale e del giornalismo on line, che interessa soprattutto giovani professionisti, serve una revisione profonda. Mi auguro che ciò avvenga nel più breve tempo possibile" ha dichiarato l'assessore Claudia Firino, questa mattina nell'Aula del Consiglio regionale, a proposito della legge sulla Istituzione di un servizio pubblico regionale per l'informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e della identità sarda approvata dall'Aula.
Due i punti principali cui la legge risponde, secondo l'Assessore della giunta Pigliaru: "il dato occupazionale, in quanto la legge tutela la stabilità dei dipendenti del mondo della comunicazione radio - televisiva e apre un importante spiraglio rispetto alla valorizzazione delle professione giornalistica, e la tutela della cultura e lingua sarda, elemento che ha sempre contraddistinto le emittenti regionali che in questi anni hanno grandemente sofferto della crisi del comparto."