Nule

La tristezza, la paura e la rabbia dei giovani di Nule: "Stefano, torna! Nulla può essere peggio della tua assenza"

“Ci preoccupa l'eventualità di non conoscere mai la verità.”

La tristezza, la paura e la rabbia dei giovani di Nule:

Di: Redazione Sardegna Live


Sono già passati tredici interminabili giorni da quando la comunità di Nule, piccolo centro in provincia di Sassari, situato nella zona interna del Goceano, è stata investita da un velo di dolore e tristezza che ha coinvolto tutti, giovani e anziani.

Risale al 7 maggio, infatti, la scomparsa del loro compaesano Stefano Masala. Del giovane non si hanno più notizie, le sue ricerche hanno mobilitato tutto il paese, ma finora tutto è stato vano. Stefano si era allontanato da casa con l’Opel Corsa grigia, quell’auto, poi ritrovata bruciata nelle campagne di Pattada, che sarebbe stata usata per commettere il delitto di Gianluca Monni, lo studente ucciso con tre fucilate il giorno successivo a Orune mentre attendeva il bus per Nuoro.

Abbiamo cercato di capire come i giovani di Nule, amici di Stefano, stanno vivendo queste lunghe e buie giornate, rese ancora più pesanti da una vera e propria rabbia nei confronti dei media. Di seguito l’intervista a una giovane del paese, che ha voluto mantenere l’anonimato.

 

Ecco, voi giovani, amici di Stefano, come vivete questi giorni di attesa, di incertezza, di dubbi e paure?

“Sono giorni duri, perché Stefano, silenziosamente, con la sua semplicità, la sua trasparenza, i suoi valori, è nel cuore di tutti.”

 

In attesa di notizie di Stefano, immaginiamo che la vita a Nule si sia fermata a quel 7 maggio. E' così?  

“Sì. Nule è in attesa, trattiene il fiato, le emozioni, le parole. Si è pregato tanto. I discorsi, i pensieri, i gesti, sono tutti per lui.”

 

In tv si è parlato molto del vostro paese e, in un'angosciosa contemporanea, di quello di Orune. C’è qualcosa, secondo voi, che i media italiani non hanno capito o interpretato male? Vi ha dato fastidio qualche frase, in particolare, di qualche giornalista?

“I media, tranne qualche rara eccezione, sono stati una delle grandi delusioni. Non abbiamo visto la ricerca della verità, ma la ricerca della notizia a qualsiasi costo. Non ci si è soffermati sulle nostre emozioni, ma si è lasciato parlare cartelli stradali bucherellati, antichi stereotipi, vecchi racconti. A Nule, come a Orune, ci sono giovani seri, preparati, onesti, lavoratori, studenti.”

 

A parte la paura per la sorte di Stefano, cos'altro vi preoccupa in questo momento?

“Ci preoccupa l'eventualità di non conoscere mai la verità.”

 

Anche nelle ricerche di Stefano il paese si è mostrato solidale con il dramma della famiglia, dei parenti e degli amici. Vi aspettavate di più anche come comunità oppure vi sentite soli in un momento così difficile per tutto il paese? 

“Il paese è unito, nella condanna di qualsiasi atto di violenza e inciviltà. Ma anche nella speranza che Stefano torni alla sua comunità.”

 

Se Stefano vi potesse sentire, così come ci auguriamo tutti, cosa vorreste dirgli?

“Stefano, tutti ti attendono, tutti ti vogliono bene. Torna, nulla può essere peggio della tua assenza.

 

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