La Maddalena

Il Covid, il ricovero, la paura. Poi la gioia: Anita è tornata a casa

Mamma Simona racconta una storia di coraggio e attaccamento alla vita. La piccola Anita, affetta da una patologia rara, ha contratto il Covid. Dopo il ricovero in Malattie infettive è finalmente tornata a casa

Il Covid, il ricovero, la paura. Poi la gioia: Anita è tornata a casa

Di: Pietro Lavena


Un sorriso di intesa. Una stretta di mano affettuosa che racconta l’intensità di un momento fatto di incertezze e speranza, timori e coraggio. Protagoniste dell’immagine, “rubata” presso il reparto sassarese di Malattie Infettive, un’infermiera e la piccola Anita, 9 anni, affetta da una rara patologia e positiva al Covid.

Mamma Simona può ora esprimere la propria gioia e celebrare una serenità ritrovata: la bimba è finalmente tornata a casa. Ma in quello scatto rimane la memoria di un’esperienza difficile da dimenticare. “Anita è una bambina speciale – racconta Simona a Sardegna Live –. Eravamo pronte a partire da La Maddalena alla volta di Milano dove, proprio per la sua condizione, è costantemente monitorata ed era previsto un nuovo ricovero per accertamenti di routine all’Istituto Neurologico Besta. Avevamo fatto i biglietti per il sabato, e il giovedì sera ha avuto un rialzo di temperatura fino a 38.5 °C”. Nonostante l’emergenza Covid, mamma Simona non poteva immaginare particolari pericoli per Anita, per proteggere la quale erano state assunte tutte le precauzioni. “Pensavamo a un colpo d’aria”.

Il giorno successivo, in effetti, dalla visita pediatrica non erano emerse criticità allarmanti: nessun problema di respirazione, assenza di tosse. Il successivo tampone, eseguito nell’Isola su richiesta dell’ospedale milanese per consentire l’accesso in struttura, ha però decretato inequivocabilmente la positività della piccola al coronavirus. “Non ce lo aspettavamo – spiega ancora la madre –. Eravamo convinti che la spossatezza e la stanchezza della bambina, avendo già una sua patologia di base, fossero dovute a una semplice febbre”.

Da lì le ore più difficili, cariche di attesa e domande. “Per i primi tre giorni ho pianto continuamente”, confessa Simona intervistata da Sardegna Live. La macchina sanitaria si è subito attivata in maniera efficiente, affrontando la situazione con puntualità. La famiglia della bimba è stata contattata dall’Usca e sottoposta ai tamponi che hanno confermato la positività di Anita e rilevato la negatività di mamma e papà.

“Vista la patologia della bambina, i medici ci hanno consigliato il trasferimento in un posto sicuro e che potesse garantire un supporto pediatrico”. Così, Simona e Anita sono state accompagnate prima al pronto soccorso pediatrico delle Cliniche universitarie di Sassari, da lì al centro Covid in viale San Pietro. “Una volta ricoverate, siamo state isolate in una stanza con all’interno il bagno. I primi giorni sono stati i più difficili perché lei non si alimentava e non beveva, il che ha richiesto l’installazione di un sondino nasogastrico. Anita è abituata a frequentare gli ospedali, ma questa era una circostanza diversa: è impossibile per lei indossare la mascherina, aveva difficoltà a comprendere la situazione, i continui prelievi rappresentavano un’ulteriore difficoltà. Non è stata sottoposta ad alcuna terapia perché non presentava problemi polmonari né di saturazione. Pediatri e medici infettivi sono stati fantastici, presenti e attenti. Il loro costante lavoro ha fatto sì che la situazione migliorasse nel corso di una settimana”.

Lo scampato pericolo, e la crescente richiesta di posti letto da destinare ai malati Covid in gravi condizioni, hanno determinato le dimissioni di Anita, che è stata riaccompagnata a casa in ambulanza. Fra le mura a lei più familiari, ha potuto ritrovare la straordinaria energia e l’attaccamento alla vita che nutrono le sue giornate. “Ci tengo a sottolineare ancora l’efficienza della macchina sanitaria – afferma Simona –. Ci contattano da Sassari ogni giorno per chiedere notizie sui parametri. Domani ripeteremo tutti il tampone”.

Quali sensazione accompagnano una madre in un’esperienza del genere? “Tanta paura. Già prima di andare a Milano c’era la paura che contraesse il Covid. Sai, andare in Lombardia, dove ci sono molti più casi. Poi alla fine se l’è preso in Sardegna e non abbiamo idea di come sia accaduto. È una paura costante resa ancora più grande dal fatto che la bambina ha una patologia della quale non si conosce bene l’evoluzione. Vederla inerme per i primi tre giorni è stato drammatico. Sei là senza poter veder nessuno. Fortunatamente lei è forte e si è ripresa bene. È andata per il meglio”.

Un altro aspetto complicato è quello relativo al vaccino: al momento non è prevista la somministrazione per i bambini. “Non si è ancora sentito parlare di vaccinazione per i più piccoli. Fortunatamente Anita adesso dovrebbe essere immune. Ma fino a quando? Per questo l’appello che rivolgo a tutti è di prestare la massima attenzione e non mollare proprio ora. Continuiamo a indossare le mascherine, rispettare il distanziamento. Parlo da una città che, proprio quando la Sardegna è entrata nella tanto attesa zona bianca, si trova ancora in rosso. Spetterà a tutti noi contribuire a rendere il percorso di uscita dal tunnel del virus il più breve possibile per tornare presto alla normalità”.

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