"La protesta del latte non è stata tempo buttato, ha cambiato molte cose. Prima di allora il latte veniva pagato a 60 centesimi, oggi gli industriali lo pagano 25 centesimi in più, le cooperative (che raccolgono il 67 % del latte isolano) lo pagano fino a un euro. Ma non ci sono accordi scritti e, per quanto ne sappiamo, domani potremmo ritrovarci nella stessa situazione di due anni fa". Lo spiega a Sardegna Live Gianuario Falchi, leader del movimento spontaneo di pastori che agitò il mondo delle campagne con la clamorosa rivolta del latte nel 2019.

Il prezzo al quale viene pagato il prodotto è aumentato, ma mancano le griglie definitive necessarie per stabilire un criterio fisso sulla valutazione del latte anno per anno in base al prezzo di vendita del formaggio nei mercati. "Proprio per definire tali griglie - spiega Falchi - era stato istituito Oilos (organismo interprofessionale latte ovino sardo). Un ente mai entrato in attività. Il che ci fa pensare che ci sia qualcosa dietro per non farlo partire. Chiediamo da mesi che venga convocato un nuovo tavolo che ci dia la possibilità di riprendere il discorso interrotto con politica e mediare con gli industriali".

"Con la rivolta - prosegue il leader del movimento dei pastori intervistato da Sardegna Live - chiedevamo regole più che soldi, e cioè che il latte venga pagato a tutti quello che vale. Da un anno, ormai, la politica si è barricata dietro il Covid. Se non fosse stato per la pandemia in Regione avrebbero avuto tutti i giorni manifestazioni da parte di tutti i lavoratori, compresi noi. Non riusciamo a comunicare con l'assessore competente che non capisce i problemi, o non è interessato a capirli".

Sono un migliaio i pastori denunciati per le proteste del 2019. "L’unica cosa che va avanti sono i processi, quelli non ce li scrolliamo di dosso. Hanno denunciato e processato chi non faceva altro che salvaguardare il proprio lavoro".

"Se è vero che il prezzo del latte è momentaneamente aumentato, sono aumentati anche i costi (per esempio del mangime), i premi son bloccati e non si sa nemmeno perché. La battaglia che abbiamo condotto passerà alla storia per lo straordinario richiamo avuto in tutta l’Isola. Siamo insorti tutti assieme, in quel momento eravamo fortissimi e abbiamo ottenuto un risultato parziale. Abbiamo creato i presupposti per risolvere gran parte dei nostri problemi, ma poi la politica ha dato più ascolto a chi ci aveva messo in quella situazione e oggi aspettiamo ancora che le soluzioni diventino effettive. Se così non sarà, la prossima ondata di protesta sarà anche peggiore. La gente è esasperata".