La Corte Costituzionale sentenzia: sì al cognome della madre per i figli
Troppa magistratura in Italia, si dice spesso. Se fosse vero, potremmo dire che, almeno in certi casi, non è mai abbastanza, giacché la politica ancora oggi dorme, colpevolmente, sull'argomento del cognome della madre per i figli.
Di: Redazione Sardegna Live
Troppa magistratura in Italia, si dice spesso. Se fosse vero, potremmo dire che, almeno in certi casi, non è mai abbastanza, giacché la politica ancora oggi dorme, colpevolmente, sull’argomento del cognome della madre per i figli.
Lo fece, col sonno, nel 2006, ignorando l’ammonimento della Corte Costituzionale di intervenire per legiferare sulla specifica materia, partendo dalla considerazione che l’attribuzione automatica del cognome del padre era da definirsi come “un retaggio di una concezione patriarcale della famiglia”.
Dopo qualche sussulto per uno sganassone ricevuto dall’Europa, qualcosa in realtà è successo, ma è rimasto tutto allo stato embrionale. Giace, infatti, da un paio di anni nell’aula del Senato, dopo l’approvazione della Camera dei Deputati, la legge che disciplina l’uso del doppio cognome per i figli.
Inerzia causata, manco a dirlo, dal sistema bicamerale paritario? O più semplicemente dalla mancanza di una precisa volontà politica? Oppure letargo e basta? Intanto, tra meno di un mese, anche sul tema di un senato considerato da una parte della classe politica troppo “ingombrante”, così come concepito dai padri della Costituzione, i cittadini potranno dire la loro in sede di referendum.
Di certo, questi ultimi guardano, come sempre, ai risultati e alla sostanza delle cose e sanno pure, dal diritto romano, che la forma è anch’essa sostanza.
Comunque sia, la pretesa, ridotta ahimè a sola speranza, degli stessi cittadini è che la sentenza di oggi della Consulta scuota la classe politica rappresentata in Parlamento, affinché non ci sia più bisogno di ulteriori ammonizioni e decisioni del giudice o della Corte europea di Strasburgo per adeguare la normativa vigente sulla questione del cognome materno.
Oggi, dunque, la determinazione della Corte costituzionale rappresenta una vittoria del diritto di famiglia e delle donne in particolare.