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Più controlli e più trasparenza sulle finanze vaticane. Papa Francesco converte in legge il passaggio della gestione dei fondi della Segreteria di Stato all'Apsa, l'amministrazione del patrimonio della sede apostolica, e del controllo degli stessi alla Segreteria per l'Economia. E' un passaggio importante nella riforma della Curia che sta portando avanti Francesco.
"A decorrere dal 1° gennaio - si legge nel primo articolo del documento papale - la titolarità dei fondi e dei conti bancari, degli investimenti mobiliari e immobiliari, ivi incluse le partecipazioni in società e fondi di investimento, finora intestati alla Segreteria di Stato, è trasferita all'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica che curerà la loro gestione e amministrazione. Essi saranno sottoposti a un controllo ad hoc da parte della Segreteria per l'Economia".
"L'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica - prosegue il documento economico-finanziario - costituirà un accantonamento di bilancio denominato Fondi Papali, che per maggiore trasparenza farà parte del bilancio consolidato della Santa Sede, per il quale dovrà tenersi contabilità separata, con l'apertura di specifici sottoconti per: il Fondo denominato 'Obolo di San Pietro', con tutte le sue diverse suddivisioni e articolazioni; il Fondo denominato 'Fondo Discrezionale del Santo Padre'; ciascuno dei fondi denominati 'Fondi Intitolati', che abbiano un particolare vincolo di destinazione per volontà dei donanti o per disposizione normativa".
"L'Apsa - è la precisazione - informa periodicamente sulla situazione dei fondi la Segreteria di Stato, la quale continua a collaborare nella raccolta degli stessi. In base a questo principio la Segreteria di Stato, che pure sostiene più da vicino e direttamente l'azione del Sommo Pontefice nella sua missione e rappresenta un punto di riferimento essenziale per le attività della Curia Romana, non è opportuno che compia quelle funzioni in materia economica e finanziaria già attribuite per competenza ad altri Dicasteri".