Turbativa sulla prima gara bandita da Consip per l'acquisto e la fornitura di dpi e di apparecchiature sanitarie per un valore complessivo di 258 milioni. A scoprirlo è la Guardia di Finanza, al termine di un'indagine lampo che ha portato all'arresto di un imprenditore per turbativa d'asta e inadempimento di contratti di pubbliche forniture. Il lotto su cui è stata accertata la turbativa comprende 24 milioni di mascherine chirurgiche per un importo complessivo di 15,8 milioni.

In manette è finito Antonello Ieffi, 41 anni. I reati contestati dalla Procura di Roma sono turbativa d'asta e inadempimento di contratti di pubbliche forniture. Ieffi è stato raggiunto da una ordinanza si custodia cautelare in carcere emessa dal gip della Capitale. Il Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma, ha potuto far luce sulla vicenda in seguito a una denuncia effettuata da Comsip alla Procura della Repubblica di Roma, con riferimento a una serie di anomalie riscontrate nell'ambito della procedura di una gara, del valore complessivo di oltre 253 milioni di euro, bandita d'urgenza per garantire l'approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale e apparecchiature elettromedicali.

Nello specifico, il lotto numero 6 della gara, dell'importo di circa 15,8 milioni di euro, veniva aggiudicato alla Biocrea Società Agricola a Responsabilità Limitata. La società, sottoscrivendo un apposito Accordo Quadro con Comsip, si era impegnata a consegnare i primi 3 milioni di mascherine entro 3 giorni dall'ordine. "Sin dai primi contatti con la stazione appaltante pubblica - si legge in una nota della Gdf - finalizzati all'avvio della fornitura, però, Ieffi che interloquiva per conto dell'impresa sebbene non risultasse nella compagine societaria, ha lamentato l'esistenza di problematiche organizzative relative al volo di trasferimento della merce, asseritamente già disponibile in un punto di stoccaggio in Cina. Permanendo l'inadempimento alla data di scadenza prevista nel contratto per la prima consegna di mascherine, attraverso la collaborazione dell'Agenzia delle Dogane, veniva effettuata presso l'aeroporto cinese di Guangzhou Baiyun un'ispezione, che accertava l'inesistenza del carico dichiarato".

Secondo le indagini la società aveva "pregresse posizioni debitorie per violazioni tributarie, per oltre 150 mila euro nei confronti dell'Erario - non dichiarate in sede di procedura dalla società che, di converso, aveva invece falsamente attestato l'insussistenza di qualsiasi causa di esclusione -. Questa situazione comportava l'esclusione di Biocrea dalla procedura e l'annullamento in autotutela da parte di Consip".

Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, l'imprenditore, essendo gravato da precedenti sia giudiziari che di polizia, avrebbe cercato di dissimulare la riconducibilità a sé della società, pur rimanendone l'esclusivo titolare, nominando come amministratore un "prestanome" cui ha poi "ceduto" l'intero capitale sociale al prezzo di 100 mila euro, da corrispondere però tra due anni. Gli accertamenti avrebbero dimostrato che la società fosse una "scatola vuota" destrutturata, caratterizzata da un vero e proprio stato di inoperatività.