Napoli

“Babysitter a 1 euro l'ora, pensano sia una schiava”, la denuncia di Emanuela

“Lavoro da 10 anni, ma non so cosa sia un contratto. Dove sono i controlli da parte dello Stato?”

“Babysitter a 1 euro l'ora, pensano sia una schiava”, la denuncia di Emanuela

Di: Alessandra Leo, foto Leggo


Sono stata chiamata per lavorare dal lunedì al venerdì dalle 7,30 alle 14,30, per 350 euro al mese, a nero. Qui non cercano dipendenti ma schiavi”. È lo sfogo di Emanuela Calzarano, 28enne di Pianura, in provincia di Napoli, che in un lungo post sui social si è sfogata dopo che una famiglia le ha offerto un lavoro da babysitter per “1 euro all’ora”.

La vicenda, riportata dal Corriere della Sera e da Leggo, ha fatto discutere non poco.

Ho detto al proponente che la sua era un’offerta assurda, e la risposta che ho ricevuto è stata: ‘Beh allora resta a casa’” ha scritto la 28enne.

La cosa che più mi avvilisce è che dalla ristorazione alla grande distribuzione ho trovato sempre offerte con paghe simili – ha spiegato - In un supermercato di una grande catena commerciale mi hanno proposto 400 euro al mese per un lavoro a tempo pieno. Mi chiedo dove sono i controlli da parte dello Stato? Perché nessuno fa niente per impedire che si verifichino queste situazioni? Lavoro da 10 anni e non so cosa sia un contratto”.

Quando l’ho chiesto, le risposte che ho ricevuto sono state sempre le stesse: Lo facciamo tra poco’, ‘non ti preoccupare’, ‘poi vediamo’ - ha raccontato Emanuela - Ma il contratto non è mai arrivato”.

Con 400 euro al mese come si fa a vivere? Oggi fare la spesa costa più di un anno fa, e le bollette sono arrivate alle stelle. Da quello che ho sentito, erano meglio gli anni ’50. Oggi che siamo nel 2023 invece di andare avanti stiamo tornando indietro: è avvilente” ha detto.

La mia è una situazione comune a tanti altri miei coetanei. Parecchi miei amici sono andati già via da Napoli. Nonostante mia madre mi dice di partire, di pensare al mio futuro, non ce la faccio a lasciarla sola. Spero che prima o poi qualcosa di buono si possa trovare anche a Napoli: stiamo parlando di una metropoli, non di un paesino” ha concluso la ragazza.

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