Roma

“Ridatemi i miei bambini!", il disperato appello di Giada

Una storia di coraggio e resilienza, ma anche di indifferenza di fronte al dolore di una madre che lotta per riavere i suoi figli

“Ridatemi i miei bambini!

Di: Sabrina Cau


Secondo una ricerca dell’università di Padova, negli ultimi vent’anni, sono 160.000 i bambini sottratti ai propri genitori considerati inadeguati. I disagi e le situazioni di sofferenza all’interno delle famiglie saltano agli occhi, con innegabile evidenza ogni giorno e per rendercene conto, basta sfogliare le pagine di un giornale, aprire uno dei tanti portali di informazione online o accendere la televisione e sintonizzarsi sul telegiornale. Sappiamo anche quanto sia importante l’intervento degli assistenti sociali per salvare la vita dei tanti bimbi vittime di violenze o gravi sopraffazioni. Ma siamo consapevoli di quanti siano i bambini sottratti alle famiglie per errore, per sospetti infondati o per chissà quali accuse senza alcun riscontro? Quanti sono gli errori giudiziari? E quali sono le riforme efficaci per evitarli o per rimediare ad essi? Cosa si fa quando un genitore viene riconosciuto innocente, ma rimane comunque vittima di un sistema pigro e obsoleto che non riesce a destreggiarsi inabissato in una lunga lista di casi di emergenza?

Domande alle quali Giada Pizzichillo, una giovane madre romana intende trovare una risposta.

“Essere una ‘madre in sospeso’ è la cosa più terribile che potesse capitarmi. I miei quattro figli sono stati allontanati da me, uno dopo l’altro, come se fossi una specie di mostro capace di far loro del male. Sono parte di me e io li amo più di qualunque altra cosa al mondo e ho il sacrosanto diritto di viverli” - ci racconta Giada con gli occhi pieni di dolore e lo sguardo di chi, come da lei riferito, ha sopportato la prepotente ingiustizia delle porte chiuse in faccia ad ogni richiesta di aiuto. La vita non è sempre stata gentile con lei, anzi: “Fu mio marito che mi denunciò per gelosia, lo stavo lasciando per le sue continue violenze e non sopportava il fatto che avessi una nuova relazione. Purtroppo, era coinvolto in alcuni episodi legati allo spaccio di droga e questo aggravò di gran lunga la situazione terribile che già vivevo. Ma io che colpe potevo avere se lui aveva a che fare con quel mondo?”

In seguito a questa denuncia Giada entra in una spirale da incubo che continua ancora oggi.

“Iniziò tutto l’8 agosto del 2018. Alle 7:40 di mattina vennero quattro assistenti sociali, alcuni agenti della municipale e della polizia. Ricordo mio marito che va ad aprire la porta, ho ancora chiara la sensazione provata quando mi hanno strappato dalle braccia, la mia bimba di soli 8 mesi e hanno portato via gli altri due di 7 e 5 anni. È stato come se il mio cuore si fosse staccato dalla sua sede naturale e fosse precipitato, non so dove, nascosto all’interno del mio corpo - afferma con la voce rotta dal pianto - se dovessi descrivere quella sensazione lo farei esattamente così - continua - In quella circostanza hanno dichiarato che i bambini sono stati allontanati perché la casa era sporca, c’erano alcune tazze sul tavolo e il letto era sfatto”.

 “Mia madre mi ha sempre detto il letto deve essere fresco perciò io, ogni giorno quando mi alzo ribalto le lenzuola, quindi la mattina il letto rimane sfatto per qualche minuto”, aggiunge con una spontaneità disarmante.

Fin dalle prime parole di Giada comprendiamo quanto la sua vita sia stata un susseguirsi di momenti difficili e di situazioni sfortunate. Ci racconta di quanta forza ha dovuto avere per amore della sua ultima figlia nata il 18 giugno 2021, avuta con l’uomo del quale si era innamorata e che credeva fosse l’amore della sua vita. Non fu così, ma quella bimba era la luce di cui aveva bisogno e, dopo alcune circostanze che ancora non riesce a spiegarsi, la piccina le viene portata via il 23 luglio 2021. 

“Hanno allontanato anche lei perché forse se l’avessero lasciata con me avrebbero dovuto ridarmi anche gli altri tre?”, afferma.

Quattro figli minori sottratti, l’ultima bimba è stata portata via quando era ancora in ospedale qualche giorno dopo la sua nascita. La domanda di Giada è evidentemente lecita.

In tutto questo, però, la ragazza ha una sorta di angelo custode che, come la sua famiglia, ha sempre creduto in lei e cerca di aiutarla con tutti i mezzi di cui dispone. Si tratta dell’avvocato Gian Luca Gismondi del foro di Roma che ai microfoni di Sardegna Live esprime tutte le sue perplessità per una storia che, secondo il racconto di Giada, ha non pochi lati oscuri.

“Da luglio 2021 Giada attende il ritorno della sua ultima figlia che le hanno strappato dalle braccia in ospedale qualche giorno dopo la nascita. Il dramma di questa sottrazione è insito nella falsa relazione inviata al Tribunale dei Minorenni di Roma affinché decretasse l’allontanamento della piccola e l’internamento in una casa famiglia sempre di Roma - afferma l’avvocato Gismondi -. È stato asserito che la bambina aveva dei tremori presumibilmente da astinenza e che la madre aveva rifiutato l’allattamento naturale. Entrambe le circostanze erano false posto che, nel foglio di dimissione della bambina dall’ospedale, era riportato che la stessa era in ottimo stato di salute e che la madre alla nascita aveva poco latte al seno - aggiunge il legale - sin dal primo ricorso, Giada ha cercato di far leggere ai giudici minorili il foglio di dimissione, ma senza esito alcuno perché silenziata o addirittura allontanata dall’aula”.

“Insieme a Giada e con l’aiuto del Movimento Nazionale-La Rete dei Patrioti abbiamo cercato di far sentire la nostra voce anche nelle piazze, davanti al Tribunale dei minori di Roma, organizzando anche sit -in di protesta - continua Gismondi - molti bambini finiscono anche in giri pedofili o pedo-satanisti: ultimamente la cronaca ha rilevato alcuni casi in tal senso (ma ve ne sono molti di più)”.

“I bambini rapiti dalla Stato non è dato sapere quanti siano, perché non esiste un albo o un elenco, proprio perché non deve esserci controllo – aggiunge preoccupato - Giada ha paura che i propri figli finiscano in adozione o in questi strani giri e continuerà a lottare come una leonessa per riportarli a casa, costi quel che costi”

“Ho 40 anni e sono una madre come tante, lavoro e ho un compagno con il quale finalmente sono felice, ho una vita regolare e sono perfettamente in grado di fare la mamma e dare ai miei figli tutto ciò di cui hanno bisogno, soprattutto l’amore che non hanno mai avuto. Non capisco questo accanimento di fronte alla realtà dei fatti che dimostra la mia assoluta capacità di essere una brava madre - aggiunge lei alle parole del suo legale - come afferma il mio avvocato io continuerò a lottare per riportare a casa i miei figli e contro una leonessa alla quale hanno sottratto i suoi cuccioli è difficile farla franca”, conclude, con una scintilla di rabbia e dolore negli occhi, ma anche con una tangibile speranza che percepiamo molto chiaramente.

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