Gubbio

Intossicazione a Gubbio: il titolare del ristorante spiega com’è andata veramente

“Stiamo ricevendo tantissime chiamate goliardiche: prenotano e disdicono, vogliono sapere se serviamo pesce crudo..”

Intossicazione a Gubbio: il titolare del ristorante spiega com’è andata veramente

Di: Redazione Sardegna Live, foto simbolo


Massimiliano Casoli è il titolare del ristorante “Federico da Montefeltro” di Gubbio, protagonista della notizia che ha fatto il giro del web nelle ultime ore a proposito di un’intossicazione da pesce crudo che avrebbe coinvolto una quarantina di persone nel suo locale.

Casoli ha smentito ciò che è stato diffuso (e che descriveva “scene apocalittiche”) in un’intervista al Corriere della Sera seguita da Enrico Galletti.

Le notizie sull’intossicazione? False, tutte false. Nessuna intossicazione, stiamo scherzando? - e parla dell'“Ennesima telefonata goliardica, da stamattina prenotano e disdicono. Vogliono sapere se serviamo pesce crudo..” ha affermato.

La notizia dell’intossicazione si era diffusa a seguito di alcuni audio WhatsApp, che però sembrerebbero essere falsi. Secondo le testimonianze dei vocali, un gruppo di pesca sportiva si sarebbe recato nel locale con del tonno pescato in giornata, chiedendo di servirlo ai tavoli. Sempre stando alla versione dei messaggi almeno quaranta persone avrebbero poi accusato una grave intossicazione alimentare, costretti quindi a “defecare nei corridoi e negli angoli del ristorante, altri per strada”.

Si era parlato anche di numerosi incidenti causati dagli stessi malcapitati che avrebbero causato i sinistri poiché sotto effetto dell’intossicazione e di alcol. Erano stati diffusi inoltre video e foto creati ad hoc, ma nessuna fonte ufficiale aveva confermato la notizia.

L’azienda sanitaria locale Umbria 1, sempre secondo Il Corriere, afferma di non aver ricevuto segnalazioni di gravi intossicazioni alimentari, né di aver ordinato ispezioni nel ristorante.

Massimiliano Casoli fa chiarezza: “L’episodio risale al 2 ottobre, il fatto che questo caso sia scoppiato dopo venti giorni dovrebbe essere già indicativo del fatto che si tratti di una fake news”.

“Il 118 purtroppo è intervenuto, ma non per un’intossicazione, bensì perché due persone, fratello e sorella, hanno avuto un abbassamento di pressione - Casoli ha concluso: “Ci siamo mossi legalmente, ma chi doveva capire la nostra buona fede ha capito”.

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