In Italia

M5S: "Da Di Maio accuse false e lesive, basta attacchi"

La nota conclusiva del vertice: "Dichiarazioni del ministro suscettibili di gettare grave discredito sull’intera comunità politica del M5S. Coinvolgere Camere su nuovi invii armi a Kiev"

M5S:

Di: Redazione Sardegna Live - Adnkronos


"Le recenti dichiarazioni del ministro Luigi Di Maio riguardanti la linea di politica estera del Movimento 5 Stelle" "distorcono le chiare posizioni assunte in questa sede il 16-17 maggio (e prima ancora dello scorso 26 aprile), e oggi integralmente ribadita, sempre all’unanimità. In particolare, le dichiarazioni circa una presunta volontà del M5S di operare un 'disallineamento' dell’Italia rispetto all’Alleanza euro-atlantica e rispetto all’Unione Europea sono inveritiere e irrispettose della linea di politica estera assunta da questo Consiglio Nazionale e dal Movimento, che mai ha posto in discussione la collocazione del nostro Paese nell’ambito di queste tradizionali alleanze. Queste dichiarazioni, unitamente a quelle che evocano un clima di incertezza e di allarme in materia di 'sicurezza nazionale' e quindi di instabilità del nostro Paese, sono suscettibili di gettare grave discredito sull’intera comunità politica del M5S, senza fondamento alcuno". Così il M5S nella nota del Consiglio nazionale, diramata dopo un lungo dibattito interno all'organismo grillino sul ministro degli Esteri pentastellato.

"La nostra posizione, ribadita in ogni occasione – rimarca il Consiglio nazionale - è invece saldamente ancorata alla Carta delle Nazioni Unite, all’appartenenza euro-atlantica dell’Italia e costantemente orientata a rafforzare il processo di integrazione dell’Unione Europea, e auspica fortemente un deciso protagonismo del nostro Paese, nel quadro di queste tradizionali alleanze, al fine di favorire un’escalation diplomatica che, unitamente alla rigida applicazione delle sanzioni contro il regime russo, contribuisca alla soluzione diplomatica e politica del conflitto ucraino. Il Consiglio Nazionale, pertanto, confida che cessino queste esternazioni lesive dell’immagine e della credibilità dell’azione politica del Movimento 5 Stelle. Tutto quanto sopra deliberato all’unanimità".

Descalation militare e maggior coinvolgimento del Parlamento, soprattutto su un eventuale nuovo invio di armi a Kiev. Questa la posizione del Consiglio nazionale grillino, a poche ore dalla riunione di maggioranza che dovrà decidere della risoluzione da votare sulle comunicazioni del premier Mario Draghi, alla vigilia del Consiglio Europeo del 23 e 24 giugno.

"Il Consiglio Nazionale apprezza il lavoro che i Gruppi parlamentari del Movimento stanno svolgendo in vista della risoluzione che sarà approvata dai due rami del Parlamento in occasione delle Comunicazioni che il Presidente del Consiglio renderà il 21 giugno p.v. prima del prossimo Consiglio Europeo. In particolare, il Consiglio Nazionale auspica che l’intero Parlamento o, quantomeno, i Gruppi parlamentari che sostengono il Governo possano convenire sulla necessità di: una descalation militare in favore di una escalation diplomatica che porti al più presto a un cessate il fuoco e, in prospettiva, a una definizione pacifica del conflitto in atto; di un più pieno e costante coinvolgimento del Parlamento con riguardo alle linee di indirizzo politico che verranno perseguite dal Governo italiano nei più rilevanti consessi europei e internazionali, inclusa l’eventuale decisione di inviare a livello bilaterale nuove forniture militari, funzionale a rafforzare il mandato del Presidente del Consiglio in tali consessi", si legge infatti nella nota.

Il Consiglio nazionale grillino ritiene "necessario – dopo quasi tre mesi di confitto nel cuore dell’Europa, con uno scenario in continua evoluzione – un confronto in Parlamento tra le varie forze politiche, con la possibilità di pervenire a un atto di indirizzo del Parlamento che possa contribuire a rafforzare l’azione politica del Governo in tutti i consessi internazionali e a perseguire un indirizzo ampiamente condiviso dal Governo e dal Parlamento" e considera "non sufficiente, in base ai principi del nostro ordinamento democratico, il vaglio parlamentare che è stato effettuato in corrispondenza del c.d. 'decreto Ucraina', che risale ai giorni immediatamente successivi all’aggressione militare russa, e che non tiene conto dei mutamenti nel frattempo intercorsi e delle strategie che si stanno delineando anche a livello internazionale", si legge ancora nella nota.

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