Parma

Separato e padre di tre bambini, ridotto alla fame e costretto a vivere per strada: l’incubo di Cristian

“Avevo una famiglia che era tutta la mia vita, tre figli e un buon lavoro. Ora chiedo l’elemosina per poter sopravvivere. Attualmente vivo in auto e non so dove andare”

Separato e padre di tre bambini, ridotto alla fame e costretto a vivere per strada: l’incubo di Cristian

Di: Sabrina Cau


La storia che vogliamo raccontarvi ha dell’incredibile. Cristian Vacca ha 48 anni  e vive a Prato, era sposato con una donna che, come ci racconta, amava molto: "La nostra era una vita normale fatta di lavoro, cinema, sport, grigliate con gli amici e ninnananne per far addormentare i bimbi".

Ma la vita ci sorprende sempre e, alcune volte, anche in negativo. Cristian è stato accusato di violenza e allontanato da casa sua. Gli hanno tolto la responsabilità genitoriale e gli hanno proibito di vedere suo figlio di quasi 17 anni e i suoi due gemelli di 11 anni.

Con lo stipendio drasticamente ridotto non riusciva nemmeno a pagare l’affitto di una casa o a raggiungere il suo posto di lavoro ed è stato costretto a licenziarsi: “Nonostante tutto avrei continuato a lavorare anche se due delle mie prossime buste paga sarebbero state di 75 euro per poi aumentare a 341 euro. Continuerò a vivere in strada e a chiedere l’elemosina”.

Cristian ha sopportato questa situazione tre lunghi anni grazie all’aiuto di parenti ed amici, ma soprattutto grazie all’immenso amore per i suoi figli, tuttavia, ha dovuto cedere e adesso è un “papà bancomat diventato clochard” come lui si definisce.Attualmente vivo in auto e non so dove andare. Lo scorso week end ho avuto ospitalità da parte di amici, ma ovviamente non posso approfittare oltre”.

Un papà determinato a porterà avanti la sua battaglia al fine di raggiungere un unico obiettivo: il benessere dei suoi figli, come si premura di sottolineare.

Vivo per i miei figli e non ho paura di proteggerli perché  la storia d’amore tra mamma e papà può anche finire, ma l’amore per i figli non finisce mai”. Cristian  è anche un padre social che, divulga la sua storia per aiutare gli altri genitori che vivono il suo stesso dramma, attraverso il sito internet Cari figli miei che si può trovare anche su facebook. Ha voluto raccontare ai  microfoni di Sardegna Live l’incubo dal quale non riesce ad uscire.

Ciao Cristian, grazie di essere qui con noi. Ci vuoi raccontare come tutto è cominciato?

“Ciao, grazie a voi. Negli ultimi anni vedevo mia moglie comportarsi in maniera un po’ strana, inizialmente pensavo fosse stanchezza anche perché comunque avevamo quattro figli (lei ha un altro figlio da un precedente matrimonio) e alcune volte può essere complicato. Pertanto ho sempre pensato si trattasse di stanchezza per via dei vari problemi e del fatto che spesso arrivare a fine mese non era sempre facile. Insomma, il mio cruccio è quello di non aver capito cosa le stesse accadendo davvero, io cercavo di aiutarla e continuavo a dirle: ‘Stai tranquilla, i problemi passeranno, i bambini stanno crescendo e tutto si risolverà’,  fino a quando un giorno lei ha chiamato i Carabinieri e mi ha messo fuori dalla porta. Sono stato accusato di violenze di ogni genere, ma in realtà sono io ad essere stato picchiato dalla mia ex moglie che mi ha mandato in ospedale con un calcio all'osso del collo”.

Sono affermazioni molto dure le tue

“Posso dimostrarlo in qualunque momento fornendo l’ingresso ospedaliero (codice 1) in cui c’è scritto, a chiare lettere, che ho ricevuto un calcio da mia moglie”.

Non hai mai capito il perché del suo comportamento?

“Ad oggi no. Quando le chiedevo chiarimenti rispondeva di avermi spiegato mille volte le sue ragioni senza aggiungere altro oppure non rispondeva affatto. Posso pensare che non mi amasse più, ma un conto è non amare più, un altro è essere sbattuti fuori di casa come un cane randagio”. 

Hai riavuto la possibilità di vedere i tuoi figli?

"Dall'Ottobre 2021 (il tempo che acquisissero la sentenza) vedo i miei due figli di 11 anni in incontri liberi solo 4 volte al mese per alcune ore. Non vedo, invece, mio figlio di 17 anni perché lui non vuole e non sono mai riuscito a capire perché."

Il Tribunale ti ha lasciato 75 euro in busta paga, com’è possibile?

“Inizialmente mia moglie riceveva da me 1700 euro al mese, ridotti poi dal tribunale a 1300. Sono andato avanti con circa 500 euro al mese per due anni, per poi arrivare a 800 euro al mese nell'ultimo anno in conseguenza di una promozione ottenuta nella multinazionale presso la quale lavoravo. Tuttavia non ho più gli assegni famigliari e nemmeno l’assegno unico che non posso più riscuotere perché, nel frattempo, nonostante io non abbia mai avuto nessuna condanna penale, mi hanno tolto la responsabilità genitoriale e questo assegno unico, dopo varie peripezie, lo incassa solo lei. A questo punto mi è caduto il mondo addosso perché persi quasi 500 euro di assegni famigliari (per tre figli) mi sono ritrovato con uno stipendio di 340 euro al mese. I 75 euro in busta paga solo perché ci sono stati degli errori dei quali mi sono accorto dopo un po’ di tempo e, comunque, quei 75 euro al mese sono diventati 340”.

Hai quindi diritto al patrocinio gratuito?

“No, non ho diritto al patrocinio gratuito perché mi fa reddito tutto il denaro che do a mia moglie. E questa è un’altra cosa assurda, quando mi hanno tolto la responsabilità genitoriale sono andato in tribunale senza un avvocato, proprio perché per me era impensabile sostenere le spese per pagare un legale.”

Il 2 ottobre 2021 sei stato vittima di un attentato, uno sconosciuto ti ha spezzato il tendine di Achille. Si sa qualcosa sui responsabili?

“No, ci sono ancora indagini in corso”

Chi devi ringraziare per aver superato il momento peggiore?

“Devo ringraziare i miei amici, i miei parenti e anche tutti i genitori con i quali sono entrato in contatto grazie al mio sito internet e gruppo facebook “Cari figli miei”, dove ho avuto modo di incontrare altri papà e altre mamme che vivono situazioni simili alla mia e con i quali cerco di superare le difficoltà che, alcune volte, sembrano davvero insormontabili.”

Cosa vorresti dire ai tuoi figli se fossero accanto a te in questo momento?

“Ai miei figli vorrei dire di amare mamma e papà allo stesso modo, indipendentemente dagli errori commessi dall’uno o dall’altro.”

Quale consigli daresti a chi sta vivendo una situazione simile alla tua?

“Gli consiglierei di ragionare e rimanere lucido, questa è la cosa fondamentale. Nonostante il dolore enorme e la sofferenza che si prova in determinate condizioni bisogna far funzionare la testa, mai fare scelte avventate che possono farti passare, in un solo istante, dalla ragione al torto.”

C’è qualcosa che ti penti di aver fatto o di non aver fatto nella tua vita in famiglia prima di tutto questo?

“Il mio rammarico, ribadisco, è non aver compreso i sentimenti più profondi di mia moglie. Avevo notato una sorta di malessere e un comportamento particolarmente strano, ma non avrei mai immaginato che tutto questo l’avrebbe portata a compiere delle azioni assurde. Se solo avessi capito, avremmo potuto aiutarci a vicenda e avremmo aiutato la coppia a venire fuori dall’abisso in cui era precipitata. In tutto questo gli unici che pagano il prezzo più alto sono purtroppo  i bambini che non hanno alcuna colpa. Ci tengo, inoltre, a sottolineare che sarebbe importante per chi si occupa di tutela di minori, aiutare le famiglie in difficoltà e non alimentare conflitti e litigi a discapito unicamente dei minori. Però non voglio certo generalizzare, una parte considerevole dei servizi sociali riesce ad aiutare concretamente molte famiglie che altrimenti non riuscirebbero a farcela”.

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