Cagliari

Regionali, ecco come si vince in Sardegna

Può accadere che, a causa del voto disgiunto, un leader raccolga più preferenze delle liste a lui collegate.

Regionali, ecco come si vince in Sardegna

Di: Agi


Il prossimo 24 febbraio i sardi sono chiamati a rinnovare il Consiglio regionale e a scegliere il loro nuovo presidente.

A vincere sarà il candidato che prenderà più voti, anche se la sua coalizione dovesse raccoglierne meno di quelle avversario. Secondo la complessa legge statutaria elettorale, approvata nel 2013, a lui va il premio di maggioranza.

Può accadere che, a causa del voto disgiunto, un leader raccolga più preferenze delle liste a lui collegate. Anche se con meno voti degli avversari, a queste andrà comunque la maggior parte dei seggi grazie al premio assegnato al presidente. Così è accaduto nel 2014 quando le liste di centrodestra totalizzarono il 43,89 per cento, quelle di centrosinistra il 42,45 per cento.

I rispettivi candidati, invece, ottennero un risultato opposto: il presidente uscente Ugo Cappellacci (FI) concluse la corsa elettorale con il 39,65 per cento, Francesco Pigliaru (Pd) con il 42,45. E così al centro sinistra vennero assegnati 36 seggi su 60. Le soglie di sbarramento sono un altro elemento da tener presente: per accedere al parlamento dei sardi le coalizioni devono sfondare il 10 per cento e le liste singole il 5 per cento.

Lo ricorda bene l'esperienza della scrittrice Michela Murgia che, nonostante le quasi 76 mila preferenze raccolte alle elezioni 2014 in cui si presentò come candidata presidente per una coalizione indipendentista, rimase fuori dal Consiglio regionale. La sua candidatura ottenne il 10,30 per cento delle preferenze, ma le tre formazioni collegate al suo nome solo il 6,77 per cento.

Discorso analogo per Mauro Pili, ex governatore della Sardegna ed ex parlamentare, che superò il 5 per cento ma in colazione e dunque non ottenne seggi. Cinque anni dopo ci sta riprovando con la coalizione 'Sardi liberi', risultato dell'accordo fra la sua formazione Unidos, con ProgRes (che nel 2014 sostenne Michela Murgia) e con un gruppo di fuoriusciti del Psd'Az. 

 

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