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Avrebbe picchiato e "imprigionato" il figlio di tre anni nella propria stanzetta, concedendogli soltanto di bere da un secchio d'acqua. Una donna, che viveva in Germania, è finita in manette ad Aurisina, in provincia di Trieste. Da un anno pendeva sulla madre violenta un mandato di arresto, inoltrato all'Europol dalle autorità tedesche.
Adesso, secondo la legge tedesca, rischia fino a 10 anni di reclusione. All'epoca dei fatti, a denunciare la situazione furono i vicini di casa in Germania, probabilmente venuti a conoscenza di altri episodi che la donna, allora 30enne, avrebbe adottato verso il piccolo. Quando le forze dell'ordine fecero irruzione nell'abitazione in cui la donna viveva col marito e i figli, erano già andati via.
Avendo fatto perdere le sue tracce, le autorità tedesche hanno inoltrato il mandato di arresto all'Europol, che ha individuato la fuggitiva a distanza di un anno, in Italia. La trentunenne aveva trovato lavoro come operaia ed è stata fermata mentre si trovava a bordo di un pullman diretto in Romania.
E' stata momentaneamente trasferita presso il carcere di Venezia, in attesa di estradizione. Secondo quanto ricostruito, l'accusata aveva prima sculacciato e poi messo in punizione il figlio perché aveva messo a soqquadro la casa.