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Consultori in Italia: qual è lo stato dell'arte

Si tratta di presidi sanitari nati nel 1975 grazie alla legge 405

Consultori in Italia: qual è lo stato dell'arte

Di: Redazione


Non tutti sanno cosa sono i consultori, e dunque è opportuno dare una definizione. Si tratta di presidi sanitari nati nel 1975 grazie alla legge 405, il cui scopo era ed è tuttora quello di tutelare la salute sessuale e quella riproduttiva delle donne, offrendo un supporto femminista e dei servizi multidisciplinari gratuiti. Tra questi ultimi, rientrano molteplici consulenze mediche come quelle ginecologiche e ostetriche, ma non manca anche l’importante assistenza sociale. Tuttavia, negli ultimi anni le strutture di tali presidi hanno spesso esplicitato delle carenze per cui non hanno potuto assicurare le qualità dovute, e i servizi sono stati frequentemente compromessi.

Nei consultori presenti in Italia, il quadro generale comprende la presenza di psicologi professionisti che svolgono un ruolo fondamentale nell'offrire supporto alle persone. Queste figure – che, come tutti coloro che esercitano questa professione, sono tenute ad aggiornarsi periodicamente e frequentare i corsi in Fad Ecm per gli psicologi, di cui è possibile vedere le tematiche su ebookecm.it – forniscono servizi di consulenza psicologica per una vasta gamma di criticità, aiutando chi ne ha necessità ad affrontare sfide e problemi legati alla sfera emotiva e relazionale. Dunque, anche la salute mentale viene ritenuta essenziale al pari degli aspetti legati al corpo di una donna, ma i consultori italiani devono affrontare ogni giorno delle sfide ostiche per poter assicurare il corretto svolgimento dei servizi promessi.

Lo stato attuale dell’arte tramite i consultori italiani

Ciò che viene fatto per le donne è un lavoro a regola d’arte, anche se la situazione dei consultori italiani allo stato attuale non è propriamente rosea. I servizi sanitari in ciascun territorio lasciano, purtroppo, abbastanza a desiderare. A Catania ci sono state parecchie lamentele da parte dei professionisti collaboratori, così come delle donne protagoniste di alcune vicende piuttosto spiacevoli. Talvolta, tali presidi sono stati trovati chiusi o con dei danni strutturali così imponenti da non permettere agli psicologici e ai vari medici di lavorare come avrebbero dovuto.

Per fare un altro esempio tangibile, a Trieste si è pensato di ridurre il numero dei consultori da 4 a 2, ma la suddetta proposta non è affatto piaciuta al Comitato di partecipazione dei Consultori, il quale ha rivendicato l’assoluto bisogno di mantenere ogni consultorio aperto e funzionante. Anzi, la volontà è quella di migliorare ciascun presidio attraverso degli appositi finanziamenti e con l’aiuto attivo degli abitanti locali. Si segnala, invece, che nella Locride (Calabria) si temeva una chiusura dei sette consultori presenti nel 2021, sia a causa della carenza di personale che per via delle gravi condizioni strutturali.

Basti pensare al consultorio di Stilo, dove soltanto un’ostetrica provvedeva a lavorarci per due volte a settimana, e per di più in un presidio dagli evidenti problemi igienici e di costruzione. Per merito del movimento conosciuto come ‘Riprendiamoci i consultori’, formato sia da professionisti che privati cittadini, le varie situazioni sono state rese pubbliche ai media, e la campagna di sensibilizzazione è riuscita nel suo obiettivo. Infatti, il presidio di Stilo è stato spostato in un edificio situato a Bivongi, e qui hanno cominciato a collaborare psicoterapeuti, ginecologi e psicologici. Nonostante alcuni miglioramenti, i consultori devono essere promossi e aiutati perennemente, così da supportare le donne le quali necessitano di una mano su uno o più fronti.

L’evoluzione dei consultori nel tempo

Come anticipato, i consultori hanno avuto origine nell’Italia degli anni Settanta, e originariamente erano stati concepiti con l’idea di fornire alle donne un luogo di supporto fisico e morale. Infatti, tali presidi avevano l’obiettivo di promuovere la consapevolezza delle donne circa i propri processi produttivi. Nonostante le suddette radici, la realtà dei consultori è piuttosto limitata e ne compromette la qualità, tra carenze strutturali e quelle di personale. Ad un certo punto, sono sorte persino delle controversie politiche a causa di pressioni sociali esercitate per l’interruzione volontaria di gravidanza, azione che avveniva proprio all’interno dei consultori. Alcune regioni hanno cominciato a vietare l’aborto farmacologico, e in aggiunta la distribuzione sui territori di questi presidi hanno contribuito a generare disuguaglianze e scontri ideologici.

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